Gli aiuti

Caro bollette, in ginocchio altre 800 famiglie bolzanine 

Per i redditi bassi ormai è questione di scegliere se pagare le fatture o comprare da mangiare. Il grande impegno dei distretti sociali e delle associazioni della terza età per convincere chi ha bisogno a farsi aiutare



BOLZANO. Chi prima era al limite ma ancora reggeva, ora, coi folli rincari delle bollette di luce e gas, non ce la fa più. «O paghi le bollette o ti compri da mangiare», sintetizza con estrema crudezza, preoccupato, l’assessore comunale al sociale Juri Andriollo. Lo sa bene la rete cittadina Foodnet, le cui stime dicono che a Bolzano le persone/famiglie che necessitano di aiuti alimentari sono in aumento. Una proiezione parla di 800 in più rispetto al 2021. E che la situazione sia attualmente molto pesante viene confermato anche dallo sportello debitori della Caritas.

«Per centinaia di bolzanini, per certe posizioni di reddito, non è più questione di dover rinunciare alle vacanze, o a un abito nuovo o a fare qualche acquisto più o meno superfluo», chiarisce l’assessore. Si sta lavorando assieme ai distretti sociali e alle associazioni anziani, per sensibilizzare, spiegando a chi non ce la fa che ha diritto a ricevere un aiuto: economico in termini di sussidi, o concreto in termini di cibo.

La platea si è ampliata, specie fra i pensionati a reddito basso.

«Li invitiamo a rivolgersi alle associazioni della terza età, a recarsi negli empori solidali dove si distribuisce cibo a titolo gratuito. Perché siamo al punto che si deve scegliere se pagare le bollette o comprar da mangiare». In città è attiva da tempo la rete Foodnet, per aiutare chi ha i redditi più bassi, ora ancor più sotto pressione «per i rincari anomali».

Andriollo snocciola dati che impressionano: «Rispetto agli oltre quattromila bolzanini serviti l’anno scorso, a loro volta già aumentati rispetto alla media per gli effetti negativi legati alla pandemia, stimiamo che gli accessi ai supermarket solidali nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, possano ulteriormente incrementarsi per arrivare a circa 800 unità in più». Una proiezione basata su ciò che sta accadendo in queste settimane. Ma c’è un ma: non tutti coloro che hanno bisogno si rivolgono alla rete. Un fenomeno che accadeva anche in passato, ma ancora più forte ora. «Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto», rimarca Andriollo.

«L’amministrazione c’è, le associazioni di riferimento pure. Non bisogna avere timore di rivolgersi a noi». Il Comune non ha ovviamente competenze in materia tributaria. «L’unica cosa che possiamo fare è stare più vicino possibile a chi è in situazione di difficoltà, anche temporanea. Dare risposte immediate a necessità immediate, sperando che fra qualche mese la situazione migliori». Il sistema del welfare è basato su strumenti costruiti nel tempo e funziona anche grazie alle tasse, ai contributi versati in decenni anche dalle persone che ora ne hanno bisogno.

«Non c’è niente di strano, non dev’essere vissuto come un momento di vergogna. È un sistema che è stato messo in piedi grazie al contributo di tutti e ora chi ha bisogno ha diritto ad attingervi». Il Comune sta pensando di incrementare gli acquisti di generi alimentari, ma soprattutto si vuole avviare un ragionamento serio e costruttivo con la Provincia: «Il caro vita in città sta strozzando la prospettiva economica e sociale, pure dei nostri ragazzi. Sono sempre più le persone che si stanno domandando se continuare a vivere in questo territorio. È la priorità assoluta. Non possiamo sempre subire rincari essendo già la città più cara d’Italia. La gente fa fatica. La cittadinanza non ce la fa più. È un argomento di serietà assoluta. Dobbiamo avviare un tavolo: obiettivi politici chiari, per il breve periodo. Le istituzioni devono offrire soluzioni. Occorre recuperare una visione politica. Anche perché più mi ammazzi il reddito, meno spendo». A rischiare, insomma, è l’economia. DA.PA.













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