CasaPound scioglie il partito È già caccia ai voti di Bonazza 

Estrema destra. L’annuncio a livello nazionale: «Basta elezioni, esperienza finita, restiamo solo come movimento» A Bolzano la lista non ci sarà alle comunali del 2020. Contatti con diverse forze politiche. La Lega: con quei voti vinciamo


PAOLO CAMPOSTRINI


Bolzano. Via dalle politiche ma non dalla politica. Basta con le elezioni ma non con le battaglie. Ma che siano, esse, “sovraniste e identitarie”, con al centro “la Nazione”. Ecco l'ultima accelerazione di CasaPound: una sorpresa, questo abbandono “dell'esperienza elettorale”. «Mettiamo fine alla nostra esperienza elettorale e partitica» scrive Gianluca Iannone, il presidente nazionale di Cpi. E poi il contropiede politico che prova a rompere gli schemi: «Non si intende disertare le battaglie di sempre, ma, con più energia, combattere le sfide cruciali contro chi appoggia le follie globaliste». E dunque, ora che farà CasaPound? «Magari cercherà il dialogo con quelle forze che appoggiano la nostra battaglia», scrive ancora Iannone.

Casapound Bolzano

Forse la Lega? «Beh, non stringiamo il campo - dice Andrea Bonazza, bolzanino e coordinatore regionale - noi stiamo dove siamo sempre stati, in mezzo alla gente». La cosa certa è però che non ci saranno alle comunali del 2020. Poi, si toglie qualche sassolino, uno dei marciatori sotto i Portici della pattuglia Cpi in consiglio comunale: «L'abbiamo sempre detto - aggiunge - che noi prendevamo la forma partito a tempo. Nel 2013 e poi alle elezioni del 2015 c'era l'esigenza di mostrarci. Di camminare su un nuovo terreno. Adesso sono cambiati i tempi. E noi non temiamo di abbandonare le poltrone. Certe battaglie si combattono meglio fuori dalle aule». Poi svela subito qualche retroscena, Bonazza: «Se qualcuno ci ha contattato? Certo che sì. Molti dal centrodestra ci hanno subito telefonato, qualcuno ci ha chiesto un appuntamento. E le aggiungo: ci hanno contattato non solo da destra...». Che sia comunque il fronte leghista quello che, negli ultimi mesi e soprattutto dopo lo sdoganamento posto in essere durante le scorse elezioni politiche, ha mostrato nei fatti una evidente contiguità con gli ambienti di Cpi è un fatto. Che questo dato possa poi tradursi automaticamente in un affiancamento “sul campo” dei militanti è un'altra questione. Certo, con le comunali alle porte, molti ci stanno pensando. Visto che fu proprio Benussi, nelle scorse, ad avvicinarsi e di molto, ai militanti della tartaruga nera.

Voti che fanno gola

E ora? «Beh, con le comunali già alle porte i voti di Cpi possono fare comodo a molti - dice ad esempio Carlo Vettori, consigliere provinciale leghista e unico bolzanino della pattuglia - e posso subito anticipare un ragionamento: senza lo spacchettamento delle preferenze con CasaPound autonoma avremmo già potuto avere un sindaco di centrodestra...». Come si vede, la decisione della segreteria nazionale Cpi apre scenari inediti negli schieramenti. Quello che è certo è che il partito, anzi, ex partito, ha scelto di tornare alla vecchia vocazione movimentista. «Questa decisione non segna affatto un passo indietro da parte nostra - scrive Iannone -anzi è un momento di rilancio dell'attività culturale e sociale. Nel solco di quella che è sempre stata la nostra identità specifica e originale. Sarà anche occasione di tornare a investire tempo e energie nella formazione militante, dati i nuovi pruriti liberticidi della sinistra». E quindi si riacquistare quella forma più liquida e flessibile delle origini a fronte di un'offensiva contro formazioni troppo riconoscibili in tema di simbologia neofascista. E che politica farà Cpi? «Quella di sempre. Noi abbiamo aperto la strada a tutto. Pensiamo a chi ha iniziato a combattere l'immigrazione, a darsi da fare per l'identità nazionale minacciata. E gli slogan? Il “prima gli italiani” della Lega si oggi è nostro...». E quindi basta elezioni ma, forse, più politica. Da fare nelle 120 sedi sparse in tutta Italia.













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