Caso Caciula, omicidio senza dolo 

Il giudice accetta la richiesta di patteggiamento. Accolta la ricostruzione dell’avvocato difensore Angelo Polo sulla preterintenzionalità Il nipote avrebbe reagito con una mossa di arte marziale alle avances sessuali della zia che lo aveva ospitato in casa a Brunico in piena notte


Mario Bertoldi


Bolzano. Un anno fa uccise la zia nicoleta (romena di 46 anni) con una mossa di arte marziale di krav maga (un sistema di combattimento ravvicinato e di autodifesa di origine ebraica) che più volte aveva utilizzato come “buttafiori” in locali pubblici notturni. ieri davanti al giudice walter pelino, loris daniel caciula, di 22 anni, in sede preliminare è riuscito a dimostrare tramite il proprio legale di non aver agito con volontà omicida. il ragazzo ha ribadito che intendeva solo mettere “fuori combattimento” la zia che - pare - avesse iniziato un approccio sessuale non gradito. l’imputato, che ha problemi di stabilità psichica e di rapporto corretto con la realtà (il perito lo ha riconosciuto semi infermo di mente) aveva deciso di andarla a trovare nel cuore della notte, il 17 luglio dello scorso anno nel suo appartamento di brunico. e’ anche possibile che fosse stata la donna ad invitarlo. l’inchiesta non ha permesso di appurare le veridicità di quanto sostenuto dall’imputato sul fronte dei presunti approcci sessuali. i testi sentiti in ambito familiare hanno però confermato che la vittima anche in passato avrebbe dato dimostrazione più volte di apprezzare quel nipote con cui amava accompagnarsi. e così ieri sia la procura della repubblica che il giudice walter pelino hanno deciso di ritenere percorribile la nuova strada processuale proposta dall’avvocato difensore angelo polo. l’udienza avrebbe dovuto portare al rinvio a giudizio dell’imputato per omicidio volontario. in realtà l’iter processuale si è concluso con la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale con contestuale patteggiamento della pena a 4 anni e 10 mesi di reclusione. sia la procura che il giudice hanno ritenuto dunque corretto derubricare il reato e riconoscere a loris daniel caciula una serie di benefit processuali previsti. partendo dalla pena base di dieci anni di reclusione, il giovane ha poi goduto delle riduzioni per la concessione delle attenuanti generiche, della semi infermità mentale e dello sconto previsto in caso di patteggiamento. si tratta di un risultato processuale molto positivo per la difesa che probabilmente rinuncerà anche al ricorso possibile per cassazione. viste le condizioni psichiche instabili dell’imputato, il giudice ha anche disposto due anni di libertà vigilata a conclusione dell’espiazione della pena. in realtà loris daniel caciula è stato scarcerato già ieri pomeriggio in quanto - terminato il periodo di custodia cautelare - ora la pena andrà in esecuzione solo dopo essere diventata definitiva. il giovane omicida, però, è destinato a non far ritorno dietro le sbarre. loris daniel caciula ha infatti già trascorso in carcere un anno. essendo il residuo di pena inferiore a 4 anni avrà diritto di chiudere l’affidamento ai servizi sociali in prova. solo a pena espiata dovrà poi scontare anche i due anni di libertà vigilata disposti dal giudice come misura di sicurezza. alla derubricazione del capo d’imputazione in omicidio preterintenzionale si è giunti dopo alcune attente valutazioni in sede di autopsia effettuata Dal dottor raniero. in quella sede sono infatti emersi elementi di riscontro oggettivo del racconto reso dall’imputato. nicoleta caciula non sarebbe stata strangolata ma avrebbe perso la vita a seguito della lesione delle ghiandole barocettoriali presenti nel collo che regolano il battito cardiaco e la pressione del sangue sulla base di impulsi inviati in zona cerebrale. la donna dunque sarebbe morta di infarto per sovrastimolazione delle ghiandole in questione. in sostanza l’imputato avrebbe effettuato la mossa di blocco fisico della zia con eccessiva forza o per un lasso di tempo eccessivo. il decesso della donna sarebbe avvenuta come conseguenza non voluta della decisione di bloccare le presunte avances sessuali. sotto questo profilo è anche possibile che in realtà il giovane imputato, quella notte, abbia reagito in maniera abnorme a quanto percepito. viste le condizioni psichiche riscontrate, è infatti anche possibile che loris daniel caciula abbia interpretato come molestie o approcci sessuali un comportamento molto affettuoso della zia. sul principio d’incendio scoppiato successivamente nell’appartamento, l’inchiesta non riuscita a stabilire nulla di certo ma è molto probabile che il giovane, quando scappò dall’appartamento, non si accorse di alcune candele accese dalla vittima prima di morire.













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