Consiglio, più indennità per tutti 

Stipendi per capigruppo e presidenti di commissione. Arriva il primo vice ladino. L’«offerta» al Pd


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Nuovo consiglio provinciale, nuove regole sulle indennità. Mercoledì si riuniranno per la prima volta i consiglieri eletti il 21 ottobre. Sarà la seduta di insediamento, con il giuramento dei 35 consiglieri e l’elezione dell’ufficio di presidenza. Le trattative sulla giunta sono solo all’inizio. Domani la Parteileitung della Svp deciderà con chi effettuare un secondo giro di colloqui. Essendo del tutto aperta la scelta sulla coalizione, la Svp ha ottenuto dai gruppi consiliari il via libera per l’elezione di un ufficio di presidenza provvisorio. Per la prima metà della legislatura si partirà con un presidente del consiglio provinciale del gruppo tedesco.

La Lega, considerata al momento in vantaggio rispetto a una soluzione Pd-Verdi si è fatta sentire reclamando l’elezione di un proprio consigliere già mercoledì come vice presidente provvisorio. La Lega, annuncia il capo delegazione Massimo Bessone, sceglierà il proprio candidato martedì.

LE NOVITÀ. Mercoledì si alzerà il sipario su un Consiglio «figlio» di elezioni provinciali che hanno cambiato radicalmente il panorama. C’è tra l’altro l’ingresso del nuovo Team Köllensperger con sei eletti, la Svp scesa a quindici, la Lega con quattro, il Pd ridotto a un eletto e la destra tedesca ridimensionata a quattro consiglieri (due Stf e due Freiheitlichen). Il gruppo italiano ha riconquistato posizioni: gli eletti sono risaliti a otto, dopo il record negativo di cinque dell’ultima legislatura. Sono entrati anche due ladini, entrambi Svp, Daniel Alfreider e Manfred Vallazza. Per la prima volta il Consiglio avrà dunque un vice presidente ladino: in pectore è Vallazza, visto che Alfreider verrà chiamato in giunta.

LE NUOVE INDENNITA’. Una pattuglia di consiglieri provinciali avrà indennità più alte rispetto all’ultima legislatura. Entrerà in vigore in questa legislatura una parte della legge provinciale del maggio 2017 che ha rivisto le indennità di giunta e consiglieri. Con il nuovo consiglio provinciale debuttano le indennità supplementari per i capigruppo e i presidenti di commissione: nel primo caso l’arricchimento delle indennità andrà a vantaggio di tutti i gruppi, anche i monogruppi, mentre la Svp si è finora riservata le presidenze delle commissioni.

I presidenti di commissione legislativa riceveranno 800 euro al mese. Per i presidenti di un gruppo consiliare composto da almeno 2 componenti sono previsti 1.100 euro, mentre ai presidenti dei monogruppi andranno «solo» 600 euro. Tutte queste indennità sono state classificate come rimborso spese forfettario, un escamotage per evitare la tassazione.

LE ALTRE INDENNITA’. L’indennità consiliare è di 9.800 euro lordi, cui si aggiunge un importo forfettario mensile di 700 euro: l’indennità mensile netta , depurata dalle trattenute obbligatorie e dalla tassazione, è pari a circa euro 5.435 euro. Vi si devono aggiungere altri 750 euro come rimborso spese documentato per viaggi, parcheggi e pasti: in tutto: 5.885 netti. Le altre cariche: alla indennità base dei consiglieri il presidente del consiglio provinciale aggiungerà 3.300 euro mensili esentasse, il vice 2.400 euro, i tre segretari questori 1.200 euro. Il presidente della giunta provinciale sommerà alla indennità base consiliare 4.600 euro esentasse, il vice presidente della giunta 4.100 euro e gli assessori 3.600 euro.

LA PROPOSTA AL PD. Nel primo giro di consultazioni la Svp ha chiesto al Pd e alla Lega la disponibilità a una coesistenza. In caso di giunta con la Lega, a Sandro Repetto sarebbe stata offerta la vice presidenza del consiglio provinciale. Entrambi i partiti hanno rifiutato. Dietro questo schema c’è un retroscena. Salvando una certa forma di alleanza con il Pd, la Svp attenuerebbe in parte l’impatto della svolta a destra verso la Lega, ma non solo. Considerato che le posizioni della Lega sull’Europa vengono considerate incompatibili, c’è chi nella Svp ha immaginato di poter ricorrere ancora una volta al collegamento di lista con il Pd alle europee del maggio 2019. Insomma la Lega in giunta (con accordo politico o tecnico) e il Pd «donatore» di un seggio europeo. Al Pd di Bolzano assicurano che lo schema è «del tutto impraticabile» e che i big nazionali sono già stati avvisati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Assemblea

Amministrazione di sostegno: in Alto Adige 3.600 «fragili»

La direttrice Rigamonti: «Servono ulteriori finanziamenti provinciali per sostenere le associazioni e chi si rende disponibile ad aiutare gli altri». Il Tribunale di Bolzano conta più di 500 nuovi procedimenti l’anno 


Valeria Frangipane

Attualità