Contrabbando di animali Sequestrati 22 cuccioli

L’operazione della Guardia di Finanza al confine pusterese con l’Austria Cani trasportati nel vano della ruota di scorta. Il veterinario: «Condizioni critiche»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Viaggiavano chiusi e ammassati negli antri nascosti di un’auto da ore, quando gli uomini della Guardia di Finanza li hanno riportati alla luce.

Sono ventidue i cuccioli di tre diverse razze di cani, maltese, chihuahua e shiba, sequestrati ieri a un contrabbandiere slovacco che tentava di passare il valico da Passo alla Drava per venire a piazzarli sul mercato altoatesino e possibilmente italiano. Ventiduemila euro, il valore stimato del carico, nascosto nel vano della ruota di scorta e sotto i sedili, al buio e in stato di denutrizione. Cuccioli di meno di dodici settimane di vita, provenienti, si suppone, da allevamenti clandestini della Slovacchia. Una volta recuperati sono stati affidati alle cure del centro Sill di Bolzano, diretto dal veterinario Giovanni Lorenzi. «Purtroppo per alcuni le condizioni sono molto critiche - spiega Lorenzi - temo che per alcuni di loro ci siano poche speranze di sopravvivere». Due dei cuccioli, intanto, hanno già trovato una nuova casa, e nei prossimi giorni sarà possibile candidarsi per le adozioni.

Il contrabbandiere ha insospettito i militari della Finanza quando ha tentato una manovra evasiva con l’auto nei pressi del posto di controllo al confine con l’Austria. La pattuglia allora ha finto di allontanarsi per vedere quale sarebbe stata la reazione dell’automobilista, e la trappola ha funzionato. È stato fermato pochi metri più avanti, quando ha pensato che la strada fosse sgombra ed ha ripreso la rotta del varco. A quel punto la pattuglia, comandata dal capitano Alessandra Faietti, ha fermato l’auto e l’ha sottoposta a un controllo minuzioso. E il carico è emerso in tutta la sua crudezza: i cuccioli erano in evidente stato di maltrattamento, ammassati al buio e quasi soffocati uno sull’altro. Il nome del contrabbandiere, uno slovacco è inoltre risultato una vecchia conoscenza del casellario giudiziario, con precedenti specifici di polizia. Era in viaggio attraverso l’est europeo, su una rotta che si va delineando, secondo l’analisi degli investigatori, come sempre più significativa per i traffici illeciti di animali. «Purtroppo sono ancora numerosi - spiega il veterinario Lorenzi - i casi di acquisto di animali su siti internet non certificati e a prezzi molto al di sotto degli standard di mercato; per la maggior parte si tratta di persone inconsapevoli di alimentare questi traffici, almeno fino a quando non arrivano nello studio del veterinario, che li avvisa della provenienza sospetta dell’animale». Sono stati registrati casi, prosegue il veterinario, «In cui al cliente è stato assicurato: “se poi muore lo sostituiamo”, come se si trattasse di un peluche».

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