Contro le lucciole mobilitate 80 famiglie

Cutrupi: rapide misure o si scende in piazza. Ladinser elabora un pacchetto di interventi


Antonella Mattioli


BOLZANO. Per primo ci ha provato, nel ’91, l’allora assessore al traffico Roland Atz. Poi, qualche anno dopo, Herbert Mayr. Adesso è la volta di Klaus Ladinser. Sono passati gli anni; sono cambiati tre assessori; il problema è sempre lo stesso: le prostitute che lavorano a Dodiciville. Le donne che tornano a casa dopo una certa ora, hanno paura; gli abitanti, esasperati da traffico e rumore fino a notte fonda, si mobilitano e minacciano di scendere in piazza se il Comune non interviene al più presto per cercare di reprimere il fenomeno della prostituzione. A Dodiciville monta la protesta. Le famiglie mobilitate contro le prostitute sono salite da 35 a 80. «Stamattina (ieri, ndr) - dice il consigliere di circoscrizione del Centro Carmelo Cutrupi (Fi) - ho ricevuto una nutrita delegazione di abitanti. Tutti sono indignati, perché dopo 15 anni di discussioni, non si è ancora riusciti a risolvere il problema. Gli abitanti chiedono che le vie di Dodiciville chiudano alle 23 massimo 24 e l’installazione di telecamere per il controllo notturno della zona. Sull’esempio di Innsbruck, Vienna, Bologna, Milano. Se le richieste non verranno accolte, scenderemo in piazza».

Che fare? Le leggi non aiutano a reprimere il fenomeno e adesso, come all’inizio degli anni ’90, ci si affida all’assessore al traffico. Ladinser e i suoi collaboratori stanno mettendo a punto una delibera che, tra le altre cose, mira a introdurre il coprifuoco nelle vie Piave, Dodiciville e Catinaccio, nonché piazza Dogana. L’ipotesi è che la sera dopo le 23 o le 24 le strade vengano chiuse al traffico di transito e l’accesso consentito ai soli residenti. «Questa è una delle possibilità - dice l’assessore - ma prima di prendere una decisione vorrei parlarne anche con i gestori dei locali e il consiglio di circoscrizione». Contrario al coprifuoco notturno così come a multe per i clienti e telecamere, Silvano Baratta, segretario dell’Udc oltre che presidente del consiglio comunale, che propone di puntare sulla prevenzione. Ammesso dunque che la giunta dia l’ok, il divieto di transito notturno funzionerà? «Io - ricorda l’ex assessore Mayr - ci avevo provato tra il ’93 e il ’94: davanti alle proteste del quartiere avevo introdotto il divieto di transito a Dodiciville dalle 22 ai non residenti. Ma la cosa non funzionò per il semplice fatto che non riuscimmo a far partire i controlli dei vigili. Per questo, qualche anno dopo, il divieto venne tolto. Non aveva senso mantenere in vigore un divieto che non eravamo in grado di far rispettare».

Il suo consiglio a Ladinser? «Vale la pena di riprovarci, ma solo se è in grado di mandare i vigili a controllare. Altrimenti non serve». Di questo ne è convinto Roland Atz che nel ’91, come assessore al traffico, aveva avviato la prima crociata antilucciole e sulla base di quell’esperienza, consiglia a Ladinser di puntare invece che sui divieti su una raffica di controlli mirati sui clienti. «Allora con i vigili disposti a fare gli straordinari - racconta Atz - avevamo messo a punto un piano di controlli sugli automobilisti che giravano nella zona in cerca di prostitute. Venivano fermati e controllati: patente, libretto, cinture, profilo pneumatici, triangolo e quant’altro». Già questo serviva da deterrente. Ma gli affari a Dodiciville controllarono quando si seppe che i vigili avevano annotato nomi e cognomi dei clienti, si parlò di una sorta di schedatura e questo creò il panico. «Io - suggerisce Atz - punterei di nuovo sui controlli e in più installerei le telecamere. I risultati sono assicurati, perché sono un ottimo deterrente».













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