Coop in via Cadorna: 45 alloggi di lusso

Grata: variante al Puc nel 2013, appartamenti pronti nel 2015. Per 80 metri 360 mila euro. Ladinser: «Ottima operazione»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. I lavori devono ancora iniziare ma la partita è praticamente chiusa. Stiamo parlando dei 45 alloggi su 3 piani, con standard Casa Clima A, che saranno realizzati dalle cooperative (Confcoop e Arche del Kvw) sugli ex campi da tennis di via Cadorna, in una delle zone più pregiate della città. La lista dei richiedenti, che devono avere un minimo di 16 punti e appartenere al ceto medio, è già definita. «Abbiamo la fila», assicura il presidente di Confcooperative Andrea Grata. Per gli assegnatari sarà come fare terno al lotto, considerati i prezzi (quasi il doppio) che si pagano sul libero mercato per un appartamento nuovo nella stessa zona. «Noi, secondo le prime stime, - continua Grata - saremo in grado di offrire un appartamento di 80 metri quadrati netti più il garage per 360 mila euro. Un prezzo sicuramente più che competitivo».

Questa microarea, che si trova tra le passeggiate del Talvera (a fianco dei campi sportivi) e via Cadorna, sarà trasformata da zona per attrezzature sportive in zona residenziale. La prima curiosità dell’operazione, che ha infastidito diversi costruttori (interessati da anni ad entrare nell’affare) e stupito non poco il consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle Alberto Filippi, è che a proporlo a Confcoop, su incarico del proprietario dell’area (un imprenditore di Villandro), sarebbe stato un legale dello studio Brandstätter. «È proprio così, ci è stata fatta - conferma Grata - un’offerta concreta, che abbiamo subito reputato interessante, perché siamo convinti che l’istituto del ceto medio sia oggi la risposta più significativa e rilevante in una stagione in cui il fabbisogno abitativo ha cambiato fisionomia. Nel caso di via Cadorna stiamo parlando di 14 mila metri cubi e le due cooperative si sono costituite già un paio di anni fa».

I tempi dell’operazione. Un accordo sostanziale con il Comune sarebbe già stato raggiunto, come conferma Klaus Ladinser. «Dall’operazione (come ex vicepresidente della società 3L ndr)- precisa il vicesindaco - sono uscito da parecchi anni. Pertanto non ne trarrò alcun vantaggio o profitto. Premesso questo devo dire che dovremmo prendere esempio da Vienna, dove il plusvalore del settore residenziale è rappresentato anche dal sapiente mix tra alloggi privati e sociali. Non condivido le lamentele di parte degli operatori immobiliari privati, che hanno sempre trovato il loro spazio in città. Il prossimo step sarà il passaggio del progetto delle cooperative in commissione urbanistica. La consegna degli alloggi entro il 2015 mi sembra ragionevole». Per Ladinser l’idea di coinvolgere le coop nella costruzione di alloggi in zone di pregio «potrebbe essere ripetuta in futuro anche in altre zone della città».

Più che ottimista sui tempi anche Grata. «Il prossimo passaggio in Comune è la variante urbanistica, ormai alle battute finali, mentre entro l’anno speriamo che gli organi municipali preposti possano adottare le delibere necessarie, in modo tale che con l’inizio del 2014 si possa procedere con la progettazione esecutiva e con i lavori di costruzione. L’anamnesi dell’area, invece, non ci interessa. A noi preme solo fare contenti i nostri soci. E penso proprio che ci riusciremo».

Coop affariste? La domanda è lecita, visto che chi ha 360 mila euro potrebbe tranquillamente acquistare sul libero mercato, ma Grata respinge le critiche al mittente. «I nostri cooperatori sanno che le condizioni economiche di questa iniziativa sono più onerose rispetto a quelle su aree pubbliche, ma sanno anche che questa onerosità è dovuta a due condizioni: il maggior costo dell’area, dovuto alla sua ubicazione, e il minor ricorso a provvidenze pubbliche». Grata si sofferma poi sul significato di cooperazione nell’edilizia. «Quella che proponiamo è sussidiarietà diffusa, in quanto accompagna le istanze dei cittadini, favorendo una loro aggregazione e una loro diretta responsabilizzazione nell’acquisizione di aree (in questo caso non assegnate dall’ente pubblico, ma interamente pagate di tasca propria dai cooperatori), una loro partecipazione attiva a tutte le fasi di progettazione, costruzione e assegnazione degli alloggi cooperativi». Grata tiene a precisare che non va sottovalutata l’importanza di un sistema in cui devono coesistere «in un mix armonico» diverse componenti di questo settore: il libero mercato immobiliare, l’Ipes e l’edilizia cooperativa. «Solo che oggi la cooperazione ha dovuto attrezzarsi per trovare risposte nuove a problemi diversi rispetti a ieri. E non dimentichiamo che l’Ipes ha costruito, giustamente, anche in via della Zecca, via Mendola o via Eisenkeller».

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