Corso Libertà: controlli e multe sulle bici fuori dalla ciclabile 

Dopo l’incidente. Il comandante dei vigili: dove c’è una pista dedicata vige l’obbligo di percorrerla ma in molti non lo fanno Finora si è provveduto a sensibilizzare, ora cominceranno a fioccare le sanzioni. Troppi ciclisti non rispettano il rosso


Paolo Campostrini


Bolzano, Corso Libertà sta diventando il laboratorio della nuova, possibile, convivenza della Bolzano che si muove. Innanzitutto i controlli: ieri i vigili hanno ripreso a monitorare l'uso della ciclabile. "Il codice - dice Sergio Ronchetti, il comandante - è chiaro: se c'è una pista non è consentito andare in bici sulla strada". In corso Libertà c'è. Invece succede che si rispetti il codice? "Troppe volte no. L'altro giorno in corso Italia, con due ciclabili protette ai lati, abbiamo sorpreso un cittadino che procedeva sul corso tra le auto...". Le pattuglie, in mattinata, hanno agito per deterrenza. E sono state rilevate sempre troppe bici fuori dalla pista bidirezionale. La sensazione è che, dopo quanto è accaduto, si passi dagli inviti alle multe. E alcune sono già arrivate. L'incidente dell'altro giorno apre in sostanza una serie di fronti.

1) L'educazione stradale. Invocata anche da Cna, molto preoccupata dalla possibile stretta contro camion e mezzi commerciali lungo l'asse Sarentino-corso-Zona, tocca un punto decisivo: " Si sta sulla ciclabile e non si passa col rosso - insiste Ronchetti - altrimenti è chiaro che si rischia. Auguro al nostro concittadino pronta guarigione e, ammetto, esiste anche la fatalità. Ma se il semaforo è rosso per le bici, le bici non devono muoversi. Ovunque, non solo sul corso" . E questo non sempre accade; 2) I semafori. Quello dell'incrocio di piazza Mazzini, teatro dell'incidente, è stato rimodulato di recente con questo schema: col rosso per i ciclisti passano i mezzi, col verde ciclabile tutti i mezzi non possono curvare. E' stato reinstallato così proprio in seguito all'altro incidente occorso in quel caso ad una donna. Ma andrebbe rispettato. Alternative? Blocco totale delle auto col verde per le bici in ogni direzione. "Ma poi si formerebbero code infinite e protesterebbero gli automobilisti" commenta Mario Begher già responsabile dei Lavori pubblici; 3) gli incroci. La notizia è che si sta elaborando nel concreto una proposta che prevede l'installazione di un semaforo nell'immissione di via Reginaldo Giuliani sul corso nel punto in cui interferisce con la ciclabile. Alternativa: uno specchio rivelatore dei passaggi in anticipo.

Vigili e ingegneri del Comune ribattono che, in ogni caso, le criticità riscontrabili sul lato di via Reginaldo Giuliani non sono più presenti sull'altro lato, quello di via Virgilio. "Prima bisognava fare molta attenzione anche lì, perchè vi passava la vecchia pista monodirezionale " osserva ancora l'ìngegner Begher. Che, dopo decenni di impegno sui cantieri e la viabilità, ora possiede uno sguardo lungo sui problemi del corso. Ma sarebbe possibile far curvare, allargandola, la bidirezionle a fronte di via Reginaldo consentendo così alle auto di osservare il traffico delle bici in sicurezza? "Il tema è la larghezza della via. Tra bus e auto, se la pista dovesse estendersi oltre creerebbe seri problemi alla viabilità". Così almeno, sostiene il tecnico, si richiede concentrazione nelle immissioni solo da un lato. Tuttavia il sindaco ha ieri confermato che una soluzione meno invasiva sta per essere esaminata e, eventualmente, posta in essere: "Pensiamo ad un semaforo con rosso per le bici e viceversa verde per le auto. Lì, la via non è molto trafficata e il semaforo sarebbe un deterrente plausibile e sopportabile. Ma anche uno specchio sarà utile". La questione, per vigili, sindaco e tecnici è comunque la stessa: corso Libertà è l'unico asse in cui la convivenza tra pedoni, bici, auto e bus è inevitabile ma anche complessa. E possibili barriere fisse di delimitazione dei percorsi sarebbero impossibili vista la flessibilità che si chiede ai mezzi e alle loro direttrici, tra fermate bus e immissioni. Rendere il corso a traffico limitato, così come da progetto posto in campo ancora durante la giunta Spagnolli? "E' una prospettiva di grande interesse - spiegano Caramaschi e Begher -ma occorrerà prima concludere i progetti del Polo bibliotecario e del garage di piazza Vittoria. Poi si valuterà". Restano i tir. Già detto quello che tutti sapevano: solo Monte Tondo, alla cui realizzazione sta lavorando la Provincia, libererà il corso dai camion. Perchè gli altri assi di penetrazione urbana per collegare il comprensorio economico di Sarentino a Bolzano e alla Zona, sarebbero San Quirino ("impensabile" risponde Mario Begher) o ponte Talvera e via Rosmini: ma si aggiungerebbero problemi a problemi. L'economia, a sua volta, è cosciente della criticità di una convivenza asimmetrica tra grandi mezzi gommati e singole biciclette. Così Cna, per bocca del suo presidente Corrarati, ha evocato ancora il tunnel di Monte Tondo ma soprattutto la necessità di una campagna di educazione stradale e di una segnaletica "ancora più smart". E perfezionata nei dettagli tra cui l'arretramento della linea di stop all'incrocio di piazza Mazzini. "Ma nessuna soluzione eliminerà totalmente i rischi insiti in un traffico inevitabilmente composito - conclude il comandante dei vigili - in assenza di una diffusa attenzione e responsabilità. Ma da parte di tutti, anche dei soggetti deboli come i ciclisti che, a maggior ragione, devono sempre fermarsi col rosso e restare sulle ciclabili". Resta il tema dei divieti di circolazione. Limitando ad esempio alle ore della prima mattina l'attraversamento dei camion. Ma quando si discusse dei "corridoi a tempo" , successivamente al penultimo incidente sul corso, vi fu una sollevazione delle categorie.













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