La proposta

Corso Libertà diventerà il “viale delle statue” 

Verranno collocate nel tempo 14 sculture per trasformare l’arteria in un vero e proprio museo a cielo aperto. Il progetto coinvolge artisti, commercianti, e il Comune



BOLZANO. Corso Libertà che si trasforma in una galleria di statue a cielo aperto. Opere contemporanee su un lato e sull’altro, all’esterno dei portici, quasi uno “stadio dei marmi” ma in linea di fila, da piazza Vittoria a Piazza Mazzini. Era un’idea. Adesso è un tavolo di confronto a un passo dall’essere progetto. Lo hanno sollecitato i commercianti: «Sarebbe un modo per far finalmente decollare la via, dare supporto ai locali e ai negozi. In una parola: far proseguire il centro storico oltre il ponte Talvera» dice Mirko Benetello di Confesercenti.

Lo hanno visionato anche le associazioni sudtirolesi degli artisti: «C’era stata la proposta di piantare alberi lungo tutto il corso. Nulla di più sbagliato, perché, crescendo, - dice a sua volta Alexander Zoeggeler, a capo del Südtiroler Künstlerbund - coprirebbero le facciate razionaliste. Invece collocare lungo tutto il corso statue create dai nostri artisti, quelli del territorio, darebbe una straordinaria energia a tutto il contesto. Una spinta per far proseguire i tanti che si fermano alla fine di via Museo oltre il fiume ...».

Il progetto, per ora fatto avanzare sottotraccia attraverso un serie di consultazioni con le parti sociali e culturali della città, è nelle mani di Stefano Fattor. Che lo ha elaborato guardando oltre il prossimo futuro di quel quadrante urbano: «Tra un paio d’anni sarà concluso il garage sotterraneo in piazza Vittoria. Dunque - argomenta l’assessore alla viabilità - le auto spariranno dal corso. Si libereranno spazi e sarà possibile ridurre la strada a due corsie. Come renderla centrale? Con le iniziative e la cultura. Ad ogni cambio di statua - spiega - si metterebbe in piedi un evento. Che coinvolgerebbe commercio e associazioni degli artisti».

Insomma, un colpo di vita. Quello che finora è sempre mancato all’asse della Bolzano modernista. Perché finito l’evento, dalle bancarelle alle nuove luci, tutto tornava come prima. «Almeno 13 negozi hanno chiuso negli ultimi tempi» ricorda Benetello che è uno dei più entusiasti sostenitori dell’idea. E anche il Künstlerbund si affianca con decisione: «Abbiano un Museion poco attento alla produzione artistica del territorio - dice chi in questi giorni si prepara a nuove iniziative nella galleria dell’associazione in via Weggenstein - e dunque perché non trasformare una delle nostre vie più iconiche in un museo permanente sotto il sole e le stelle? Darebbe visibilità a tutto il nostro movimento artistico e, nel mentre, una grande mano all’economia».

E quando parla di “strada iconica”, Alexander Zoeggeler sa cosa dice visto che il padre, Oswald, è stato l’architetto capace di far riscoprire a tutti i nostri mondi, in particolare a quello tedesco, l’unicità delle testimonianze razionaliste dentro quello straordinario quadrante urbanistico che è la Bolzano piacentiniana, finalmente tolta allora circa vent’anni fa, dalle secche della sua percezione di regime. «Questa soluzione, tra l’altro - aggiunge Fattor che ha già discusso della questione col sindaco e in giunta - farebbe da traino al futuro polo bibliotecario e al museo del monumento, ambedue a rischio di poca frequentazione se corso Libertà non sarà capace di tornare attrattivo in sè».

Elemento decisivo sarà dedicare la via non alla storia ma alla produzione artistica contemporanea. Dunque il modernismo dei palazzi che dialoga con la modernità. Niente nostalgie, dunque. Ma sguardo ben fisso rivolto al futuro. E capace di coniugare le sensibilità sudtirolesi e altoatesine dentro un contenitore finalmente trasversale. Di dialogo urbano. Orizzonte temporale? «Tre anni di tempo per definirlo» rivela Fattor.













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