Dal centro di riciclaggio nascono occhiali e vestiti

I “rifiuti” tornano a vivere. Tante le storie e i progetti ieri al parco Cappuccini Accessori con vecchi snowboard e borse con i manichette dei pompieri


di Alan Conti


BOLZANO. Nel tessuto di Skonsumo si nascondono storie che vale la pena scoprire, nel costante impegno per un commercio più equo e per favorire degli acquisti che aiutino anche la società. Di sostenibilità teorica sono piene le campagne pubblicitarie ma alla fiera tessile che ieri ha catturato l'attenzione di centinaia di bolzanini si trovano i racconti di chi ci crede ogni giorno dell'anno.

Manuel Esteban Baez, per esempio, è un cittadino argentino di Buenos Aires che periodicamente taglia il mondo tra l’Alto Adige e il Sudamerica e con sé porta sci e snowboard... rotti. «Sì, mi occupo di recuperare questo genere di materiali dai centri di riciclaggio perché possiamo trasformarlo in qualcosa di veramente bello». Per capire ci mostra il suo banchetto dove troviamo occhiali da sole dalla linea accattivante e colori insoliti. «Sono realizzati utilizzando proprio gli sci e gli snowboard buttati via. Si tratta di un progetto curato per diversi anni da Ermanno Zanella che è anche stato premiato dall'Università di Bolzano. Con le manichette che i vigili del fuoco non usano più, invece, riusciamo a produrre delle borse che sono, logicamente, pezzi unici. Non è sempre facile recuperare questi materiali di scarto, ma piano piano siamo riusciti a crearci una nostra rete e adesso spesso sono gli stessi privati o i pompieri che vengono a cercarci per donarceli».

La brissinese Verena Gschnell, dal canto suo, è seduta su un tavolo con alle spalle una fila di vestiti. Sembrano quelli proposti in qualsiasi mercato, ma arrivano dalla Caritas. «Sono di seconda mano. Chi fa degli acquisti alla fiera riceve un buono con cui può venire qui e scegliere qualcosa. Sono ottimi». Il perché si dedichi a questo si nasconde in un grappolo di numeri che ha avuto modo di approfondire lavorando per l'associazione Oew (Organizzazione per un Mondo Solidale). «Solo nella nostra provincia vengono buttate via ogni anno 2.600 tonnellate di vestiti alla Caritas. Si tratta di 5 chili di merce a testa. Una stima di massima prevede 3.000 tonnellate in totale: un'enormità. Nel mondo vengono prodotti ogni anno ottanta miliardi di abiti, una media di 11 a persona. Si calcola che ognuno acquisti circa 60 pezzi di abbigliamento all'anno. Sono numeri che devono far riflettere sul concetto di necessità e produzione. Io ho 28 anni e da quando ho passato 7 mesi in Zambia ho cambiato prospettiva nel valutare certe cose».

Poi c’è Libera che lavora e sostiene i prodotti realizzati sui terreni confiscati alle mafie e ancora la linea per bambini di Re-Bello che ha portato anche in Alto Adige una sensibilità diversa sulla materia prima.

La storia di Antonio Princi, invece, affonda le sue radici nel profondo sud: nella Vallata Sant'Antonio a Salice, provincia di Reggio Calabria. Ce la racconta spremendo un'arancia che pare un sole. «E' la mia terra d'origine. Nel 2011 vivevo a Roma e hanno cominciato a raccontarmi di quella che stava accadendo nelle mie zone. I terreni venivano utilizzati come discarica e i pendii di questa piccola valle, lungo i declivi che ospitano i mandorli e le querce, erano regolarmente oggetto di incendi devastanti. Ricordiamoci che la cenere impedisce la ricrescita di qualsiasi germoglio. Un quadro desolante». A quel punto Princi si è chiesto cosa potesse fare. «Sono ripartito e sono tornato a Salice. Ho cominciato a lavorare la terra per coltivare gli agrumi e oggi produco queste arance, varietà Belladonna, che sono anche un simbolo e uno scudo contro chi vuole distruggere le nostre ricchezze naturali». Il contatto con Bolzano è stato prezioso per l'azienda agricola. «Non è semplice per noi avere un bilancio che sia in pari. Fortunatamente sono riuscito a soddisfare alcuni gruppi di acquisto solidale di questa città e vengo volentieri nelle occasioni di incontro o nelle fiere. Cerco di portare la mia storia e di continuare la mia battaglia con le armi della genuinità e della legalità». Per contattarlo c'è l'indirizzo mail vallatasantonino@gmail.com o il numero 328/4129448

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