Dal fascismo a Greta, i temi degli under 19 

Al liceo Carducci. Il dibattito sulle “notizie false” che esaltano  Mussolini è stato l’occasione per un confronto sugli argomenti più sentiti da studenti e studentesse: in cima alla lista il cambiamento climatico e i fenomeni migratori. «Il nostro sguardo è sul mondo intero»


Paolo Campostrini


Bolzano. Al Classico non ci sono più le terze liceo di una volta, anche perché oggi si chiamano quinte. Come ovunque. Ma la storia c'è sempre. E appassiona.«Quando studiavo io siamo arrivati solo alla Grande guerra. Ma all'inizio. Non abbiamo mai saputo come era finita...» scherza Cristina Crepaldi, la preside. «Invece noi, l'altro giorno, abbiamo discusso di piazza Fontana» dice Stella Giordani. Che fa l'ultimo anno. E a mezzogiorno e mezzo, subito dopo la pausa, è scesa con tutta la classe in aula magna. Pochi minuti, ed è arrivato al Carducci Francesco Filippi, fresco fresco di undicesima edizione del suo libro “Mussolini ha fatto anche cose buone”. Sottotitolo senza equivoci: “le idiozie che continuano a circolare sul fascismo”. Il programma era di farlo parlare l'altro giorno, lunedì, Giornata della memoria. Poi le elezioni in Emilia e tutto il resto l'hanno trattenuto 24 ore in più. «L'idea era provare a ragionare sulla dittatura e le leggi razziali non solo sui libri ma con uno studioso che ha indagato i meccanismi delle fake» spiega Cristina Crepaldi. Che subito dopo chiama Andrea Sarri, il professore che ha coordinato l'iniziativa: «È un tentativo di capire come certi luoghi comuni possano trovare spazio sulla storia di ieri ma anche sulle cronache di oggi».

Perché è questo il centro del libro: più che sul fascismo come meccanismo di potere, sui meccanismi che, con la forza delle banalizzazioni, hanno preso potere anche sui social, principale piattaforma di trasmissione del pensiero. Per dire: a proposito di memoria, così ripercorsa da tv e giornali in questi giorni, c'è l'idea che Mussolini abbia promulgato le leggio razziali, che scacciarono gli ebrei dalla società italiana, perché spinto da Hitler, altrimenti lui non le avrebbe mai emanate. «Ecco, raccontare invece come il fascismo, già prima del '38 avesse elaborato una sua teoria della razza, che sarebbe stata inquinata dagli italiani di fede ebraica, - osservano i due insegnanti - ci sembrava corretto». E chiamare quindi chi ha scritto su tutto questo, una buona sponda di riflessione. Su questioni così, qualche decennio fa, i licei si trasformavano in palestre di assemblee infuocate, di ideologie contrapposte. E oggi? «Posso essere sincero? Ecco, sono convinto che ai ragazzi importi molto poco di ideologia. Di più : interessi pochissimo anche di politica inteso come partitica - osserva Francesco Filippi - e la ragione che, a differenza dei miei anni, hanno uno sguardo più ampio». L'esperienza di una infinità di scuole visitate per il suo "Mussolini" l'ha portato a questo: non è che i liceali di oggi siano poco interessati alle cose del mondo, lo sono moltissimo. Ma, appunto, del mondo. I social, internet li ha fatti volare verso orizzonti non localistici e neppure nazionali. «L'altro giorno - racconta Filippi - chiedevo ai ragazzi cosa veniva loro in mente parlando di lager. Una studentessa mi ha detto: ai campi di rieducazione cinesi. Ecco cosa intendo per generazione che ha altri e nuovi orizzonti». E a Bolzano? Litigano ancora per la politica i liceali? Sofia Bortolotti, Rosi Petrarca e Gloria Furcanindra sono appena scese dalla loro quinta: «Se discutiamo? E certo che lo si fa. E molto. Vuol sapere su che argomento? Ieri, ad esempio ci siamo scaldate parlando di immigrazione...». Ecco che destra e sinistra, come la si intendeva negli anni '70, ma anche quando Filippi andava al liceo (“io andavo in piazza a Genova...”) svaporano non nei valori di riferimento ma nei loro precipitati politici di partito. «I ragazzi non è che siano meno agitati di una volta, si agitano per altro - dice lo scrittore - e vanno in piazza quando lo credono necessario. Non perché leggono i proclami dei politici di turno». E escono e discutono e si accapigliano, esemplifica Filippi, per l'ambiente.

La mobilitazione per il clima

Greta e il clima sono, per molti, la nuova frontiera. «Se leggiamo i giornali? E come no - risponde molto documentata Giulia Bonerba, quinta liceo - ne guardiamo molti. Ma soprattutto nazionali. Ma che io mi ricordi non litighiamo sulla politica. Direi che, a volte, lo facciamo coi professori. Perché molti di noi chiedono di sapere di più sui fatti che accadono nel mondo. In questo momento studiamo l'Ottocento in storia - dice - ma non passa giorno che il professore non ci proponga qualcosa di molto più recente...».

A fianco, Andrea Sarri, il docente di storia, sorride. Come pure la preside che si aspetta da questo confronto con Filippi un fine mattinata stimolante. In effetti l'aula magna è piena come un uovo. Tutte le quinte classi. C'è silenzio quando parla lo scrittore. Molta attenzione. Perché si discute anche di notizie vere o false e dei meccanismi che le alimentano. «Ogni giorno su internet chiediamo e otteniamo delle risposte. Ma non sempre sono quelle giuste - osserva Stella Giordani - così chiediamo. Per fortuna abbiamo ancora i professori e non solo il cellulare...». Così questa storia dei ragazzi di oggi poco impegnati in politica, freddini, meno empaticamente predisposti alle discussione sull'attualità comincia a rivelarsi per quella che è: a sua volta una fake. «È che quando si chiede loro qualcosa, guardano al mondo, a quello che succede in America o in Cina - aggiunge Filippi che ne ha viste tante di scuole in questi mesi - non alle correnti della sinistra o all'ultima dichiarazione della destra. Siamo noi, a volte, che non abbiamo abbastanza punti di riferimento globali». Occhio alle nuove Grete. Crescono anche al Classico.













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