Darwin lascia, futuro incerto per lo scalo

La compagnia non rinnova la concessione: la giunta presenterà un nuovo progetto, ma entro luglio va trovato un vettore


di Alan Conti


BOLZANO. Stavolta non è questione di ritardi, ma di cancellazione definitiva. Darwin Airlines saluta l’aeroporto di Bolzano e da luglio non decollerà e non atterrerà più sulla pista di San Giacomo.

L’ufficialità è arrivata ieri in giunta provinciale per bocca del presidente Arno Kompatscher che dà l’addio alla compagnia elvetica, la terza nella storia della pista di Bolzano, dispensando tranquillità. «Ci aspettavamo questa decisione che rientra nel contratto con il vettore. Abbiamo pronto un progetto di sviluppo che mantenga le rotte su Roma e allarghi lo spettro anche alle tratte del nord con voli charter. Si tratta di un bando che presenteremo entro febbraio e che ci consente di guardare serenamente al futuro».

A fronte di un clima apparentemente disteso a Palazzo Widmann, però, la realtà dei fatti racconta di una pista che fino a luglio può contare su un vettore e poi chissà. Contatti con altre compagnie ci sono stati, ma non si registra nessun interesse ufficiale e concreto. C’è curiosità, non certezze.

All’interno dell’aeroporto, intanto, trenta dipendenti si interrogano sul destino della struttura: la chiusura non è nemmeno ipotizzabile, ma uno stop di qualche mese potrebbe essere un’eventualità. «Una possibilità molto remota - incalza Gianfranco Jellici, vicepresidente dell’Aeroporto - perché l’orientamento politico è chiaro e inserito in un quadro di interesse generale che ci conforta. Sapevamo da tempo che Darwin avrebbe potuto tirarsi indietro e, stavolta, non rischiamo di farci trovare impreparati». Da qui ad avere un accordo in mano, però, c’è differenza. «Vero, ma il nostro scalo ha delle capacità attrattive. I dati dimostrano che, quando non abbiamo dovuto far fronte alla cancellazione dei voli, il mercato ha sempre risposto bene». Darwin, però, non la pensa più così. «Un peccato perché avevamo finalmente trovato una forma di equilibrio con la presenza dell’assistenza tecnica della compagnia in aeroporto e una diminuzione dei voli soppressi».

La scelta della compagnia controllata da “Etihad”, comunque, è prettamente strategica: Bolzano non varrebbe lo sforzo economico. Non è un mistero, d’altronde, che qualche cancellazione rispondesse più a motivi economici che atmosferici.

Le tante proteste che ne sono scaturite, non sono certo state uno spot di qualità ed efficienza per lo scalo e per il vettore. Il timore è che anche questo possa pesare nelle valutazioni delle compagnie interessate. Senza contare che per volare su una pista come quella di San Giacomo serve avere in flotta gli aerei giusti.

Nessun allarme incontrollato, insomma, ma qualche preoccupazione c’è tra chi da sempre sostiene lo sviluppo dell’aeroporto. «La raggiungibilità della nostra città è strategica - la riflessione del presidente di Assoimprenditori Stefan Pan - e in questo l’aeroporto gioca un ruolo centrale. Lo abbiamo sempre detto». Il credito di fiducia verso la giunta, però, non viene ritirato. «Siamo sotto le feste e dobbiamo essere più buoni quindi credo alle parole di Kompatscher e spero in una rapida soluzione che sia anche migliorativa. È evidente che uno stop, anche di un piccolo periodo, sarebbe controproducente». Sulla stessa linea di pensiero anche Franz Staffler, albergatore, imprenditore e sostenitore da anni dello sviluppo aeroportuale. «Non voglio nemmeno pensare a una Provincia che si tira la zappa sui piedi, fermando il funzionamento dello scalo. In questo mercato turistico di grande sviluppo delle rotte a basso costo tagliarsi fuori sarebbe un danno enorme. Non può essere questo l’orientamento della politica».

A un certo punto, però, gli orientamenti politici dovranno trovare la quadra con quelli economici: l’aeroporto sarà al sicuro solo con il nome della nuova compagnia.













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