Bolzano

Degrado in piazza Mazzini, scatterà il Daspo urbano 

Il sindaco Renzo Caramaschi interviene dopo le proteste su sporcizia e dormitorio a cielo aperto. L’assessore Juri Andriollo: «Incuria chiama incuria. Serve una azione di riqualificazione dell’area»

LA SITUAZIONE La piazza è diventata un dormitorio



BOLZANO. «Non mi aspettavo una recrudescenza di questi atteggiamenti»: Juri Andriollo ha appena verificato la situazione in piazza Mazzini. Che è ormai un dormitorio a cielo aperto. Non se lo aspettava, l'assessore comunale al Sociale, perché parevano risolte situazioni analoghe al parco della Vittoria. Si sono spostati? «No, non sono gli stessi. Ho chiamato i servizi, per ora. Anche la Seab e la Strada. Riproviamo». A sua volta il sindaco Renzo Caramaschi ha chiesto ai vigili di intervenire: «Dobbiamo applicare il daspo urbano. Ci siamo sentiti con il comandante della polizia municipale Piras.

Ora si controlla e si interviene. Poi guarderemo caso per caso. Ma con una certezza: la legge ci impedisce di costringere quelle persone a dormire nei nostri centri di assistenza. E neppure di allontanarle senza motivo di ordine pubblico». Il risultato è che piazza Mazzini resta com'è: preda del degrado. E qui si sovrappone un'altra questione. Che sta al fondo di tutte le altre: il degrado chiama degrado.

«Se non si interviene strutturalmente sulla piazza», spiega Andriollo, «se non si risana il luogo, non lo si riqualifica e ripulisce, capita che persone che scelgono una vita difficile ne siano attratte. Proprio perché gli altri lo evitano». E chiama in causa gli altri assessorati, Andriollo. L’assenza di un programma di eventi, il progetto di intervento che ritarda. Ma intanto, su questo piano, Caramaschi offre una prospettiva: «Al posto del mobilificio è previsto che lì apra tra breve un bar. La speranza è che crei inclusione e attiri pubblico. Con la gente è difficile che il degrado possa conquistare i luoghi. Ma non si può neppure costringere i privati».

Ma, insiste, l'assessore al Sociale, creare situazioni che emarginino chi cerca alcol o chiede stupefacenti, quello sì che si potrebbe: «Abbiamo esempi virtuosi in altri luoghi aperti della città. Un caso per tutti: il parco Vittoria».

In quel giardino spesso in penombra alle spalle del monumento, si sono attivate una serie di iniziative, dalla collocazione di opere d'arte vicino alle panchine, fino alla ginnastica all'aperto per togliere il terreno sotto i piedi all'emarginazione. Posto che, in parallelo, i servizi hanno poi messo in campo politiche di recupero caso per caso, dal contatto dei possibili parenti dei clochard, ai colloqui con le singole persone, trovando per ognuna ospitalità o ricollocazione. Una cosa è certa: il quadrante urbano che va da piazza Vittoria a piazza Mazzini sembra attirare le situazioni di degrado.

E dunque non è un caso che, nel tempo e in successione, si siano trasformati in dormitorio prima i giardini del monumento, poi i portici del corso nella zona di Cappelli e infine piazza Mazzini. «Serve una occupazione civile degli spazi» insiste Andriollo, che vede nell'intervento dei "suoi" servizi sociali solo una componente di una possibile griglia di interventi.

I quali, per essere risolutivi, devono coinvolgere gli assistenti ma poi anche i lavori pubblici, le giardinerie, la viabilità per arrivare all'assessorato alla Cultura stesso. La cornice, in sostanza, dovrebbe essere flessibile, ma soprattutto articolata, in movimento su più fronti e più uffici. Il sindaco promette che sul caso, questo tavolo composito dovrà essere convocato.

All’orizzonte più prossimo c’è in ogni caso l'intervento di riqualificazione della piazza. La giunta ha già stanziato i fondi. Il progetto è ormai esecutivo con anche l'apporto come consulente del suo progettista "ab initio", l'architetto Stanilsao Fierro.

È previsto il risananamento delle vasche d'acqua e delle fontane, oggi ridotte a discariche, la copertura delle pareti dei cubi, l’installazione di panchine e nuovo verde. Il problema è che sostituire le sedute in cemento in sedute più comode non risolverà il problema, visto che gli attuali occupanti delle prime non faranno altro che occupare le seconde, se ci si limiterà ad un restyling. «Occorre agire alla radice» insistono gli abitanti che, dopo le denunce dello scorso inverno, hanno rinnovato le proteste e documentato lo stato di degrado della loro piazza. P.CA.













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