Donazione organi: 85 altoatesini in attesa

I tempi medi per un rene sono di due anni e mezzo, un anno per cuore e fegato


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Al momento sono 85 gli altoatesini in lista d’attesa per un trapianto, al primo posto c’è il rene, seguito da cuore e fegato. Nel 2014 in 47 hanno ottenuto un organo ed hanno cominciato una nuova vita. Oggi si calcola che i tempi medi di attesa a livello nazionale siano di due anni e mezzo per un rene e di un anno per fegato e cuore».

Bastano queste cifre, fornite da Bruno Giacon, primario di nefrologia dell’ospedale San Maurizio e coordinatore provinciale dei trapianti, per capire l’importanza di fare innanzitutto opera di sensibilizzazione tra la popolazione sull’importanza di un gesto di generosità - dal sangue al cordone ombelicale, al midollo - per arrivare poi ad ottenere anche il consenso alla donazione di organi in caso di morte.

Il pressing. Sia la presidente provinciale dell’ Aido Annamaria Savolio che il presidente del gruppo comunale di Bolzano Ulderico Squeo, negli ultimi anni, hanno fatto pressing a tutti i livelli, per far sì che anche nei Comuni altoatesini ci fosse la possibilità, in occasione del rilascio o del rinnovo della carta d’identità, di dare il consenso alla donazione degli organi in caso di morte, come già avviene in altre città italiane. Tutti d’accordo, ma finora non si era mai riusciti a passare dalle buone intenzioni ai fatti.

Le cose sono cambiate da quando all’assessorato alla sanità è arrivata Martha Stocker: è lei che, assieme ad Ulrich Seitz, direttore dell’Ufficio ospedali, ha dato l’input per mettere in piedi l’operazione donazioni che partirà all’inizio dell’estate, dopo aver formato il personale delle Anagrafi e aver fatto una campagna d’informazione massiccia sul territorio.

«A volte - spiega l’assessore - serve qualcosa che faccia scoccare la scintilla. Nel mio caso tre sono le cose che si sono rivelate decisive e mi hanno fatto capire l’importanza di promuovere in maniera forte la cultura della donazione: l’incontro con i rappresentanti dell’Aido, un convegno sui trapianti ad Innsbruck e, più di tutto, la conoscenza diretta, in occasione delle visite nei nostri ospedali, dei malati. Chi è in attesa di un rene deve sottoporsi tre volte alla settimana alla dialisi ed è un incubo».

La campagna. Il programma messo a punto dall’assessorato prevede due giornate di formazione per il personale degli uffici Anagrafe che si terranno il 19 e il 23 marzo in modo che impiegati e dirigenti siano informati nel momento in cui i cittadini chiederanno informazioni. In ogni caso, in occasione del rilascio della carta d’identità e prima della scadenza, gli altoatesini riceveranno a casa un modulo in cui si spiegherà loro che hanno la possibilità di dare il consenso alla donazione.

Inoltre, a partire dal 12 maggio, saranno organizzate sette serate - due a Bolzano e poi Egna, Merano, Bressanone, Silandro e Brunico - in cui verrà affrontato il delicatissimo tema dal punto di vista medico ma anche etico, psicologico e religioso. L’obiettivo è spazzare il campo dall’ignoranza e dai pregiudizi.

Nuovi donatori. Attualmente gli iscritti all’Aido sono 11 mila a livello provinciale, di cui 4.600 a Bolzano. Già oggi comunque il consenso alla donazione oltre che iscrivendosi all’Aido si può dare registrandosi alla ripartizione prestazioni dell’Asl, presso i distretti sanitari o il medico di base; il collegamento con la carta d’identità dovrebbe - così almeno è successo nel resto d’Italia - aumentare il numero dei potenziali donatori. In Alto Adige nel 2014 ci sono state solo 7 donazioni a fronte di 5 casi di opposizione al prelievo da parte dei familiari.

«Noi -spiega Giacon - ci aspettiamo soprattutto un aumento della sensibilità verso la donazione a favore di almeno una delle quattro “A”: Avis, Adisco, Admo e Aido. L’ultima è la più delicata, perché strettamente legata alla morte del donatore e questo è un tema di cui la nostra società non ama sentir parlare».













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