Dopo l'esposto di Repetto la Procura apre l’inchiesta

L’imprenditore bolzanino coinvolto in un’operazione da 50 milioni in Abruzzo La denuncia, contenuta in 500 pagine, riguarda la banca Carichieti



BOLZANO. Ricattato, usato e spremuto come un limone dalla Carichieti (Cassa di risparmio della provincia di Chieti). Andrea Repetto, 56 anni, ingegnere bolzanino, si sente così. Era il cliente numero uno dell'ex Cassa di Risparmio teatina. Ed è l'imprenditore che paga ora il prezzo più alto di tutti. Ma Repetto non ci sta ad abbassare la testa. Non si è arreso neppure di fronte all'ultimo pugno nello stomaco che gli ha inferto il commissario straordinario della banca pignorandogli gli immobili realizzati a Pescara (69 appartamenti Casaclima A, 69 garage) e a Francavilla (25 appartamenti in costruzione). Sulla vicenda, che avevamo anticipato un mese fa, l’ingegnere ha presentato un esposto di 500 pagine e la Procura di Pescara ha aperto, nei giorni scorsi, un fascicolo .

Al centro della denuncia una vicenda iniziata una decina di anni fa. Protagonisti: un monsignore che contrae 26 milioni di debiti per costruire alloggi per i poveri a Pescara e una banca che glieli concede, ma ad un certo punto le cose vanno male e la banca decide di convertire il progetto di carità in una operazione immobiliare: via le case per i poveri, in favore di alloggi residenziali. Ma per costruirli serve un imprenditore vero ed è a questo punto che, attratto dal potenziale affare, l'ingegnere bolzanino si fa avanti: il businessplan dà esito positivo e rileva il debito, acquisisce i terreni della curia e fonda una società, la Pescara Project. «L'operazione - dice l'imprenditore - era partita con tutti i migliori presupposti». Poco dopo però cominciano i primi dissidi con la Cassa di Risparmio di Chieti.

Repetto racconta di quando lo chiamarono in Abruzzo, nel 2005, per salvare le casse dell'ex arcivescovo di Pescara, Francesco Cuccarese. Casse in rosso per decine di milioni. L'imprenditore bolzanino si lanciò, pieno d'entusiasmo, in un'operazione da 50 milioni, più della metà del capitale della Cassa di risparmio teatina che era di 80 milioni. Era lui il cliente numero uno, ma oggi è anche l'unico che ha la forza di rivolgersi alla procura. Il suo esposto è come un macigno in uno stagno, perché innesca la prima inchiesta penale sulla mala gestione, o presunta tale, di Carichieti.

In procura è finita una mole enorme di documenti e registrazioni di colloqui avvenuti nell'arco dei dieci anni in cui l'imprenditore ha fatto il tragitto Bolzano, Pescara, Chieti.

L'esposto di Repetto è una bomba giudiziaria a orologeria nelle mani del procuratore aggiunto, Cristina Tedeschini. Indagati e ipotesi d'accusa? E' presto per dirlo.













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