Druso, lo stadio è ritornato al Comune

Verrà gestito dal municipio fino alla fine dell’ampliamento. La Virtus Bolzano: «Aspettiamo il bando il prima possibile»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Le chiavi dello stadio Druso sono ritornate nelle mani del Comune. Insomma, niente più gestione di Murano e soci. I funzionari del municipio, ieri mattina, primo giorno feriale utile del 2016, recatisi al Druso hanno infatti avviato il passaggio di consegne dello stadio, dato che la concessione era scaduta il 31 dicembre. Non sarà più il Bolzano, oggi fusosi con la Virtus, ad occuparsi della gestione dello storico impianto calcistico cittadino. E questo, così almeno pare dalle prime indiscrezioni trapelate ieri in serata dal municipio, varrà fino a data da destinarsi. Il Comune intenderebbe infatti gestire lo stadio almeno fino al termine dei lavori di ristrutturazione e ampliamento con le nuove tribune, necessarie per l’omologazione dell’impianto per le partite di campionato di serie B. Lavori che però sono ancora di là da venire, nel senso che, allo stato attuale dell’iter, ai tecnici occorrerà almeno un altro anno per terminare la progettazione esecutiva degli interventi pianificati a livello politico. Poi, come minimo, occorreranno almeno altri due anni e rotti per il cantiere vero e proprio. Questo, ovviamente, se sarà possibile lavorare continuativamente, ossia a stadio libero, senza nessuno che ci giochi o che vi si alleni nel corso dell’intero anno solare. Altrimenti, occorrerà ovviamente più tempo per terminare l’ampliamento. Solo al termine del cantiere, comunque, verrà indetto un nuovo bando di gara per la gestione del campo sportivo. Nel frattempo, dovrà essere trovata una nuova sede amministrativa per il Bolzano, finora ospitato al Druso.

A questo punto le domande da porsi sono almeno due. Prima: è giusto o sbagliato che sia il municipio ad occuparsi in prima persona della gestione dello stadio Druso, seppure per un tempo limitato, ossia fino al termine dei lavori? Seconda: a chi verrà assegnato il campo sportivo, una volta terminato il cantiere? Alla “cittadina” Virtus Bolzano oppure al “provinciale” FC Alto Adige? Chi vivrà vedrà, ma già ora il mondo cittadino del calcio è diviso: per la Virtus Bolzano è sbagliato che ad occuparsi della gestione sia il Comune, ora e in futuro. Ed è dato per assodato che, visto il know how accumulato negli anni scorsi, ad aggiudicarsi la gestione sarà comunque la squadra cittadina. Sull’altro versante, l’Alto Adige ritiene corretto che in fase di cantiere sia l’ente pubblico a gestire; mentre per la gara d’appalto, trattandosi della più importante squadra della regione, la società ritiene di essere anche il migliore interlocutore possibile per l’ente pubblico. «È sbagliato che il Comune gestisca impianti sportivi, dal Druso al Palaonda, dal Talvera a Maso della Pieve. Solo le società sportive, operando con passione ed esperienza, possono mettere in campo sufficienti risorse umane e tecniche per poterlo fare», commenta il presidente della Virtus Bolzano Bob Oberrauch. «Ci auguriamo che il bando venga avviato il prima possibile, anzi da subito, e che contenga l’usuale clausola: per poter partecipare occorre dimostrare di aver gestito impianti sportivi del genere almeno per due o tre anni». Esperienza che il Bolzano ha, «mentre altri no». «Credo sia corretto - commenta invece l’ad dell’Alto Adige Dietmar Pfeifer - che durante le fasi di cantiere ad occuparsi dello stadio sia il Comune; non ha senso che sia una squadra. Per noi sarà quasi impossibile giocare altrove, dovremmo farlo a Verona. Ci alleneremo a Maso Ronco, giocheremo al Druso due volte al mese. Basterà organizzare per bene il cantiere e non si rallenterà un bel nulla». Il bando? «Siamo assolutamente interessati, e ce la metteremo tutta per vincere. È giusto che sia la realtà calcistica più importante della regione, ossia chi ne usufruisce di più, a poter gestire lo stadio».

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