convegno/verso la cultura della “non colpa”  

Errori medici, 180 pazienti fanno causa ogni anno all’Asl

BOLZANO. Ogni anno in Alto Adige circa 180 pazienti fanno causa all’Asl per errori medici. I settori più colpiti sono Ortopedia (23% del complessivo liquidato), Chirurgia (14%), Pronto soccorso (10%),...



BOLZANO. Ogni anno in Alto Adige circa 180 pazienti fanno causa all’Asl per errori medici. I settori più colpiti sono Ortopedia (23% del complessivo liquidato), Chirurgia (14%), Pronto soccorso (10%), Ostetricia (8%), Medicina (5%) e Urologia (3%). E dal 2012 ad oggi l’Azienda ha rimborsato quasi 5 milioni di euro. Se nel 2012 i pazienti che hanno fatto causa erano stati in tutto 201 per un totale rimborsato di 1.343.841 euro, nel 2016 il loro numero è sceso a 156 ed a 384.109 euro. Ricordiamo che l’Asl paga un premio assicurativo di 7 milioni e 700 mila euro l'anno.

E della necessità di evitare i rischi e soppesare le conseguenze si è discusso di recente in un convegno organizzato dalla stessa Azienda.

«La sfida che devono affrontare i dirigenti del moderno risk-management - dice il direttore dell’Asl Thomas Schael - è di riuscire a fornire ai collaboratori le condizioni necessarie per assistere il paziente in sicurezza». L’Azienda si è comunque già attivata per promuovere la sicurezza dei pazienti. Di questo hanno parlato la responsabile dello staff per la qualità Sandra Girardi, la giurista Flavia Basili ed il medico legale Francesco Randazzo. L’aspetto legale è stato illustrato anche da Vittorio Fineschi, professore di medicina legale presso l'Università La Sapienza di Roma. Per il direttore sanitario Thomas Lanthaler «un passo importante verso una maggiore sicurezza può essere raggiunto attraverso la cosiddetta cultura della “no-blame” (non-colpa)”. Soprattutto nel settore clinico è importante poter discutere senza pregiudizi. Solo così possiamo pensare a cosa fare per garantire ancora di più la sicurezza dei pazienti». Per la direttrice tecnico-assistenziale Marianne Siller è importante tenere sempre presente il principio che "errare è umano", anche per quanto riguarda la correzione di eventuali errori e l'apprendimento che ne deriva.

All’evento è stato invitato anche un esperto dalla Toscana: per Riccardo Tartaglia, è particolarmente importante che la sicurezza del paziente non venga vista come un “lusso”: «Non si tratta di evitare procedimenti legali, ma piuttosto di prevenire errori evitabili. Coloro che, rispetto a questo genere di rischi, pensano “esclusivamente” ai pazienti ed ai loro familiari hanno senz’altro ragione, ma ignorano il fatto che per ogni errore vi sono due soggetti che soffrono: la persona direttamente interessata e, come "second victim" (seconda vittima), anche il dipendente o i dipendenti coinvolti». La psicologa Alida Di Gangi ha quindi spezzato una lancia a favore di questi ultimi affinché non vengano lasciati soli: «Hanno bisogno di sostegno e aiuto per l’elaborazione di accadimenti gravi».

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