L'INTERVISTA

«Etichette shock sul vino? Sbagliato il paragone con le sigarette» 

Hans Terzer, noto kellermeister della Cantina San Michele Appiano, e la decisione dell’Irlanda: «Il messaggio su possibili rischi alla salute va dato senza terrorizzare. Da noi c’è la cultura del bere consapevole»


Angelo Carrillo


BOLZANO. «Mi scappa da ridere!». L’ultima novità in fatto di regolamenti alimentari europei non sembra preoccupare particolarmente Hans Terzer, mitico “kellermeister”, nonché responsabile commerciale della cantina di San Michele Appiano.

La nuova normativa sull’etichettatura delle bevande alcooliche quindi non è una novità, anche se a suscitare clamore è la possibile sua applicazione anche a una bevanda iconica come il vino, e non solo a superalcolici o altre bevande di largo consumo e abuso come la birra.

In questi giorni, infatti, l’Irlanda ha ottenuto il via libera da Bruxelles per apporre sulle etichette di vino, come delle altre bevande alcoliche, i messaggi di allerta per il rischio sulla salute, parificandoli di fatto alle sigarette. Concretamente Dublino potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati“.

La norma è stata notificata a giugno dall’Irlanda e a fine dicembre sono scaduti i mesi di sospensione sanciti dall’Unione Europea. In questo arco di tempo paesi come Italia, Francia e Spagna hanno sollevato ampie critiche alla rigida normativa irlandese, ma in assenza di azioni da parte della Commissione Europea, l’Irlanda ha sostanzialmente dovuto solo attendere alcuni mesi per l’applicazione degli “health warnings” sulle etichette delle bevande alcoliche.

«Una decisione che era nell’aria, che per ora influirà ben poco sulle abitudini alimentari degli europei e degli italiani», sottolinea Hans Terzer.

Ma allora perché tutta questa levata di scudi?

La cosa che più colpisce e che più ci sembra strana è che si parli solo di vino, mentre dalla polemica rimangono esclusi birra e liquori, che in realtà saranno i più colpiti da questa iniziativa.

Se ne è data una spiegazione?

In primo logo si tratta di un prodotto di alto valore simbolico oltre che economico che apparitene alla dieta alimentare di molti paesi, per cui colpisce maggiormente l’immaginario. Poi evidentemente in questo periodo si sente la mancanza di scandali di cui scrivere...

Certo suscita preoccupazione che un intero paese come l’Irlanda adotti una misura così forte.

Lì c’è sicuramente un’emergenza legata all’abuso degli alcolici che con la pandemia non è certo diminuita. C’è una preoccupazione sociale.

E negli altri Stati?

In futuro sarà sicuramente così: bisognerà scrivere sulle etichette un avviso non solo riguardante i valori nutrizionali del vino come per gli altri alimenti, ma segnalare anche obbligatoriamente la presenza di solfiti.

E i possibili danni alla salute causati dall’alcool?

Anche se la quantità di vino consumato annualmente dagli italiani è molto calata, se domani dovremo scrivere che l’alcool può provocare anche dei danni, lo faremo senza problemi. L’importante è che si faccia nella maniera giusta.

E cioè non con messaggi troppo impressionanti?

Che si parli di abuso d’accordo, nessun problema, ma non che si mettano le foto shock di malattie come possiamo vederle oggi sui pacchetti di sigarette. Per il vino, sarebbe una vera idiozia.

Perché?

Da noi il vino è un bene culturale da millenni. Siamo matti? E la cultura del “bere consapevole” in Italia e qui, in Alto Adige, è già consolidata.

A ridarle il buon umore, nonostante le polemiche di questi giorni, pare però soprattutto l’andamento del mercato del vino altoatesino dello scorso anno. Chiuso ora il 2022, si possono già tracciare bilanci?

Sì, è andata benissimo. Abbiamo fatto il miglior bilancio della nostra carriera, nonostante gli ultimi due anni avessimo già chiuso alla grande.

Sono aumentate le vendite o i prezzi?

È tornata la voglia di consumarne e comprare e godersi la vita.

Ma anche i costi sono un problema per il consumatore e naturalmente anche per voi

Nel mondo ci saranno ancora aumenti legati alla crisi sanitaria e alla guerra in Ucraina e il conseguente rincaro delle materie legate soprattutto al packaging, bottiglie, tappi, etichette.

Quando si riescono a trovare o fare arrivare…

Esattamente. Senza contare l’aumento sproporzionato dei costi energetici e quelli del personale naturalmente.

Avete in previsione dei tagli?

Al contrario, vogliamo aumentare gli stipendi per salvaguardare il potere di acquisto dei nostri collaboratori. Alla faccia di chi dice che il vino fa solo male.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 













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