Ex dirigenti, sono arrivati i tagli in busta paga
Pubblico impiego. Primi effetti della sentenza della Consulta: stipendi più “leggeri”. Da luglio via il “paracadute” ai dirigenti in carica Il sindacato Dirap: «Ricorso contro il provvedimento. Poi ci occuperemo della restituzione degli arretrati». Il Gs: «Colleghi sotto shock»
Bolzano. Il recupero degli arretrati sarà il capitolo più doloroso, con conti fino a molte decine di migliaia di euro, ma di questo non c’è ancora certezza e l’appuntamento davanti al giudice del lavoro è scontato. Ciò che già esiste, messo nero su bianco, è il taglio delle indennità nella busta paga di giugno di ex dirigenti, ex direttori di ufficio e coordinatori provinciali, comunali, del settore della sanità e delle case di riposo. Ai sindacati stanno arrivando in queste ore le segnalazioni dei colleghi. Una vicenda incredibile, che riguarda un migliaio di persone.
La sentenza della Corte Costituzionale ha provocato effetti che nei palazzi provinciali solo ora si iniziano a misurare: cancellato lo schema delle indennità di funzione, addio alla progressiva trasformazione in parte fissa dello stipendio per chi non ricopre più l’incarico dirigenziale o di coordinamento, il «paracadute» come lo chiamano negli uffici, recuperi annunciati di quanto versato a partire dal 2009. Il «paracadute»: uno stipendio la cui parte fissa aumenta di anno in anno e che farai tuo, anche se non ricoprirai più quell’incarico, in cambio di stipendi dirigenziali più bassi rispetto alla media nazionale. Il sistema era sotto accusa da anni da parte della Corte dei Conti. «Dirò di più, il sindacato Dirap dei dirigenti provinciali nacque proprio in contrasto con questo schema», racconta Thomas Mathà, segretario del Dirap: alto dirigente provinciale (vice segretario generale) si ritrova a svolgere la funzione sindacale indossando l’armatura: venerdì prossimo assemblea straordinaria del Dirap con gli avvocati. Ma tutti i sindacati si stanno rivolgendo ai propri legali per tutelare gli ex dirigenti o coordinatori. Il taglio dalle buste paga della indennità «trasformata», assegno personale pensionabile, è stato accompagnato dalla determina del direttore della ripartizione Personale Albrecht Matzneller che la motiva e annuncia che «cessa» la corresponsione dell’assegno in esecuzione della sentenza della Corte Costituzionale. «Impugneremo anche questo provvedimento», annuncia Mathà. Una delibera analoga è stata firmata dal direttore generale della Asl Florian Zerzer, che annuncia però di «sospendere temporaneamente» l’erogazione «in attesa di un chiarimento definitivo».
I casi personali
Ogni ex dirigente, direttore sostituto o ex coordinatore fa storia a sé nelle cifre perse in busta paga o che verrà chiamato a restituire. «Alcuni perderanno poco, altri molto. Ci sono colleghi disperati. Tutti noi siamo sotto choc perché si fa carta straccia dei contratti e quindi della fiducia verso il nostro datore di lavoro», dice Patrizia Marinello, delegata del Gs ed ex coordinatrice per dieci anni: meno 64 euro in busta paga e la prospettiva di restituire circa 3000 euro: «Non sono pochi e sulla base di quello stipendio ho pagato le tasse universitarie di mia figlia, come i miei colleghi si sono visti calcolare contributi per l’acquisto Della casa e avanti così. chi ricostruirà tutto questo? un mio collega è stato per molti anni direttore d’ufficio reggente: teme di dover restituire 35 mila euro. come farà?». Günther pitscheider (cisl) riassume: «c’è chi perde oltre mille euro lordi al mese, una fascia molto diffusa è di tagli di 300-600 euro». da luglio sparirà il «paracadute» anche per i dirigenti in carica: l’assegno personale pensionabile confluirà nella voce “indennità di posizione”. lo stipendio attuale non cambierà, ma in caso di «retrocessione», anche gli stipendi di questi dirigenti verranno decurtati. la conclusione di mathà: «sono state fatte scelte di vita in base a condizioni che ora scompaiono, dirigenti che hanno scelto la provincia e non aziende private. sarà più facile o meno facile reclutare personale? la risposta è evidente».
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