Falsi sussidi, spunta l’ipotesi di favori sessuali

Due donne al centro dell’inchiesta non hanno pagato in denaro per ottenere l’assegno di disoccupazione non dovuto


di Alan Conti


BOLZANO. Sussidi irregolari di disoccupazione in cambio di prestazioni sessuali. È questa una delle piste sulle quali stanno lavorando i carabinieri nell’ambito dell’inchiesta «Easy Money», che vede coinvolti l’ex dipendente della sede di Egna dell’Inps Erich Mulser e l’amico Martin Oberkofler. Non si può escludere, infatti, che due delle indagate abbiano optato per una strada alternativa pur di non pagare il compenso versato invece regolarmente da tutte le altre persone coinvolte nella complessa indagine (una quarantina in totale).

Le donne finite nell’inchiesta sono nove e solamente un paio di esse hanno ribadito ai carabinieri di non aver avuto particolari richieste in denaro per ottenere benefici a cui non avevano diritto.

Il ritrovamento di oggetti erotici durante le perquisizioni domiciliari e alcuni messaggi - oltre alla mancata consegna di denaro - renderebbero l’ipotesi investigativa tutt’altro che campata in aria. Allo stato attuale delle indagini non ci sono prove concrete, ma solo qualche indizio che andrà approfondito.

La famiglia romena. Verificato, invece, il coinvolgimento di un'intera famiglia di cittadinanza romena che si era rivolta a Mulser per avere accesso al sussidio. Si tratta di una coppia con due fratelli. Tutti lavoratori occasionali impegnati nella raccolta delle mele che avevano redditi saltuari e restavano in Alto Adige giusto il tempo per completare il lavoro. In quattro, però, hanno incassato 44 mila euro. A fare da tramite con Mulser, dipendente della sede Inps di Egna, solo in questo caso, è stato un altro intermediario, anche lui romeno, che aveva conosciuto Mulser in altre circostanze. Anche per lui (un ambulante che vende polli al mercato di Bolzano), è scattata una richiesta risarcitoria per 497 mila euro. Di fatto la cifra contestata anche a Mulser e Oberkofler.

Il fratello dell'intermediario. A procacciare nuovi “clienti” a Mulser era Martin Oberkofler. Un'attività che svolgeva con grande impegno e che lo aveva portato a coinvolgere anche il fratello Michael. Anche a lui, insomma, è stato consigliato di presentare una domanda di sussidio all'Inps ricevendone in cambio 9 mila euro.

Le pratiche al bar. Uno dei luoghi più gettonati per gli incontri è stato il bar La Costa di Laives (gli esercenti non sono coinvolti in alcun modo nell’inchiesta).

È qui, durante una partita a Watten, che Mulser ha parlato con uno degli indagati chiedendo semplicemente il codice fiscale e 700 euro in contanti. Qualche giorno dopo ne ha chiesti altri 700 ma il beneficiario ha poi incassato 9.605 euro di sussidio senza mai passare dall’ufficio Inps e senza mai nemmeno redigere o consegnare una pratica. Sempre all’interno del locale è stato consigliato ad un ex dipendente della Gasser di non riprendere a lavorare per non mettere a rischio i 40 mila euro in arrivo. Mulser non era peraltro un impiegato impeccabile: sarebbero diverse, infatti, le pratiche sbagliate con errori che nulla hanno a che fare con la truffa.

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