«Farò diventare simpatica l’Autonomia»

Pappalardo, il manager della «specialità» «L’Italia scoprirà che non siamo privilegiati»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Privilegiati con troppi soldi o amministratori virtuosi? In una Italia che guarda alle autonomie speciali alternando rabbia e invidia, si è insediato a Palazzo Widmann un manager che ha ricevuto un incarico: renderci simpatici, o come minimo comprensibili. Marco Pappalardo (nella foto di Claudia Fornari), esperto di marketing e comunicazione, già in Alto Adige Marketing, poi all’Idm, lavora dall’inizio del mese come direttore dell'Agenzia di stampa e informazione. Il suo ruolo è stato voluto dal presidente Arno Kompatscher. Pappalardo spiega la sua missione in questa intervista. Esordisce così: «Ho ricevuto due compiti principali, costituire l’Agenzia di stampa e lavorare sull’immagine della nostra autonomia speciale».

Il suo arrivo è stato accompagnato da polemiche: un non giornalista alla guida dell’Agenzia di stampa.

«Non sono giornalista, è vero, e non lo diventerò. Il mio compito è un altro. L’Agenzia di stampa e informazione oggi non esiste. Va costruita, definendo le competenze delle persone che vi lavorano. L’ufficio stampa si occuperà dei contenuti, mentre l’agenzia deve organizzare la cornice. Un esempio: in quale location organizzare la conferenza stampa? Ci sarà un piccolo rinfresco o meno?».

Ma il suo impegno principale sarà l’«operazione simpatia».

«La chiamiamo così anche noi».

Come riassumerebbe la sua missione?

«Migliorare l’immagine di questa terra in Italia e forse in Europa. Prima l’Italia, che c’è abbastanza da fare...».

Visto il clima, non le tremano i polsi?

«In un periodo medio-lungo, con un progetto ben pianificato, si potranno ottenere buoni risultati».

A che punto è il progetto?

«Siamo in fase embrionale. Prepareremo un piano e renderemo pubbliche le opzioni. Posso anticipare che utilizzeremo, tra l’altro, una agenzia di pubbliche relazioni, per fare in modo che la comunicazione sulla nostra provincia assuma un certo tenore sui media nazionali. Una intervista del presidente Kompatscher sui principali quotidiani nazionali, per fare solo un esempio, può essere importante per definire bene cos’è la nostra autonomia. Cosa successo in questi anni? Si parla molto delle speciali, ma spiccano soprattutto le voci più estreme. È una discussione falsata».

Quali contenuti dovrebbero passare allora?

«Dobbiamo lavorare sul pregiudizio che riguarda le speciali come realtà privilegiate. L’idea è di fare “parlare” questo territorio, portando fuori dalla provincia le nostre capacità. Non siamo solo ricchezza, come viene detto, ma buona amministrazione, buona volontà di tutta una popolazione di darsi una gestione ordinata. E non siamo arroccati in noi stessi. Il patto finanziario stipulato con Roma garantisce un forte contributo provinciale al risanamento della finanza pubblica. E poi c’è la solidarietà, ogni volta che serve. La giunta ha appena deliberato il finanziamento di 4,5 milioni per un nuovo studentato a Camerino, per fare ripartire l’università dopo il terremoto. Insomma, gli italiani devono apprezzare l’Alto Adige come una parte del proprio territorio, sia pure con un lato un po’ esotico».

Ma la destra tedesca dice “Südtirol ist nicht italien”.

«Certamente non diremo “siamo fieri di essere italiani”, ma sicuramente vogliamo fare capire che non siamo chiusi in una torre».

Il rischio è di presentarci come i primi della classe, i migliori, per cancellare l’immagine dei ricchi spreconi. Non è pericoloso anche questo?

«Infatti. Dobbiamo riuscire a presentarci come bravi, ma non antipatici, e solidali».

Ci saranno anche campagne pubblicitarie? Una sorta di “marchio ombrello” con dentro anche la politica, non solo il turismo?

«Assolutamente non ci saranno campagne pubblicitarie. Sarà una comunicazione strategica di altro tipo, costruita per fare passare i messaggi in modo uniforme, come fino ad oggi non è avvenuto, sui media tradizionali e i social media. Useremo anche alcuni testimonial del territorio, persone che frequentano la nostra provincia e possono parlarne in un certo modo».

Quanto costerà?

«Non abbiamo ancora cifre. Quando saranno disponibili, le presenteremo».

Si prepari ad altre polemiche.

«Ricordo che l’anno scorso l’intero consiglio provinciale votò una mozione che sollecitava la giunta a lavorare per l’immagine della nostra terra».

Lo scandalo dei vitalizi d’oro ha assestato un colpo micidiale alla nostra immagine. Tutte le Regioni hanno garantito lauti vitalizi ai propri ex consiglieri. Ma solo il Trentino Alto Adige si è inventato il versamento anticipato di una parte dei vitalizi calcolati su tutta l’aspettativa di vita.

«Questo è un esempio di come non si devono gestire le operazioni. A cose fatte, dobbiamo fare capire che esistono tanti altri aspetti che non riescono a finire in primo piano. Tante competenze e buone pratiche. Vorrei aggiungere una cosa».

Quale?

«È vero che siamo bravi, ma dobbiamo ricordare che siamo anche piccoli. Piccoli come il quartiere di una grande città. A volte pensiamo di essere l’ombelico del mondo».

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