Farmacia Perini, la solidarietà dei clienti
Dopo l'inquietante episodio. Serrande riaperte in un clima di grande serenità. Proseguono le indagini per risalire a chi ha confezionato e consegnato la busta con il proiettile
BOLZANO. Le serrande si sono alzate alle 8.30. Volti sereni e la consueta gentilezza hanno salutato la riapertura della farmacia Perini, all’angolo tra via Milano e via Palermo. Ma quello di lunedì, per titolari e dipendenti, non è stato uno come gli altri. No, è stato il primo giorno di lavoro dopo il clamore e l’inquietudine suscitate dalla busta con proiettile, recapitata alla farmacia nella tarda mattinata di giovedì. «Tutto nella norma – rispondono, sorridenti, da dietro il bancone – è una giornata come le altre». Ieri, però, i clienti non si sono limitati a presentare ricette, ad acquistare farmaci e a chiedere consigli sulla posologia di questa o di quella medicina. «Gli attestati di solidarietà sono stati molti» rivelano. E mai vicinanza fu tanto gradita e utile a cacciare via timori e preoccupazioni per un gesto che, tutt’ora, non trova spiegazione.
Le indagini della Digos
Il riserbo degli investigatori è massimo, ma l’obiettivo primario è quello di dare un nome e un cognome all’uomo che, poco prima di mezzogiorno di giovedì, è entrato nella farmacia e consegnato il plico al cui interno c’erano un proiettile calibro 7.65 e un foglio bianco su cui, in un angolo, era riportata l’immagine di una Menorah, una lampada a olio a sette braccia che è uno dei simboli principali del mondo ebraico. Nessun messaggio, nessuna rivendicazione. Difficile, insomma, “inquadrare” un gesto che, forse anche per questo, risulta ancora più misterioso e inquietante. Mistero anche sul proiettile il cui evidente grado di ossidazione rivela come l’oggetto sia assai datato. Non è escluso che possa essere stato abbandonato per molti anni in qualche cassetto o in qualche baule, arrivato per mille motivi possibili nella casa di qualche insospettabile e poi dimenticato lì. Questo rende difficili anche le indagini per fare luce sulla sua provenienza.
Le immagini raccolte dalle telecamere di sicurezza esterne alla farmacia sono state subito acquisite e potrebbero rappresentare la chiave di volta delle indagini. Più di quelle interne, che hanno immortalato il corriere (o presunto tale) latore della busta in un filmato di pochi secondi, quelle esterne potrebbero aver immortalato il mezzo su cui l’uomo è arrivato in prossimità della farmacia. Questo potrebbe rivelare se egli fosse davvero un corriere o la persona stessa che ha confezionato la busta. In entrambi i casi, risalire all’uomo calvo, con occhiali e barba brizzolata potrebbe essere più facile. E se davvero fosse dipendente di una ditta di spedizioni non dovrebbe essere un problema recuperare i dati del mittente. Di certo, al momento, c’è che il gesto non ha nessun collegamento con gli ambienti anarchici, che nelle scorse settimane avevano preso di mira un dirigente della Iveco Vehicles Defence, e nemmeno agli ambienti dei no-vax che durante la pandemia avevano inviato un proiettile, accompagnato da un messaggio farneticante, anche alla nostre redazione.