Finanza locale: spesi 10 mila euro per una consulenza all’Eurac

L’incarico - contestato dall’opposizione - è stato assegnato dal direttore generale Helmuth Moroder. Tomada: «Lo poteva fare il ragioniere comunale». Gallo: «Serve un ente terzo che certifichi il calcolo»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. L’attenzione sulle casse comunali è talmente alta che non poteva passare inosservata la spesa, appena autorizzata dal direttore generale del Comune Helmuth Moroder, di dieci mila euro in consulenze. Soprattutto se il denaro lo si spende per rifare i conti della Finanza Locale, che tanti tagli ha portato al bilancio municipale.

«Abbiamo fior di dirigenti - attacca la consigliere di Fratelli d’Italia Maria Teresa Tomada - che dispongono di studi su ogni aspetto della città e il direttore generale spende questi soldi per individuare criteri oggettivi a giustificazione delle necessità finanziarie per l’Amministrazione del capoluogo provinciale».

Come dire: perché non se lo sono fatto in casa il calcolo, risparmiando alle casse la spesa della consulenza? Oppure sposare la causa del comune di Merano, che lo stesso servizio lo aveva richiesto l’anno scorso, e sempre allo stesso ente certificatore. Le consulenze infatti, sono state commissionate, ora come allora, al centro di Public Management dell’Eurac, un gruppo di ricercatori specializzati nella pubblica amministrazione. La risposta all’obiezione però, è convincente quanto l’obiezione stessa, e arriva dall’assessore al personale Luigi Gallo, «Non è possibile farsi i conti in casa e pretendere di essere credibili; serviva un ente terzo che desse spessore scientifico al calcolo».

Calcolo che tra l’altro non è affatto faccenda semplice, «Gli scienziati dell’Eurac - spiega Gallo - non sono chiamati a fare i conti del nostro fabbisogno economico, quello è un numero che conosciamo molto bene; il loro compito è quello di trovare un nuovo modello matematico sulla base del quale distribuire i fondi della Finanza Locale dal Consorzio dei comuni ai singoli municipi».

Quello eseguito per primo, e tutt’ora in vigore, ricorda l’assessore, «fu fatto anche in quel caso da un ente terzo: all’epoca il consorzio lo commissionò all’Ire, l’istituto di ricerche economiche della Camera di commercio; non potevamo fare altro che proporre un’alternativa altrettanto scientifica».

La decisione, inoltre, è stata presa direttamente dal sindaco Spagnolli, dopo che il consiglio comunale aveva sollevato la questione in aula spingendo per una revisione del calcolo. Finora, l’attuale modello matematico ha penalizzato i centri urbani più grandi e favorito, anche in maniera sostanziosa i Comuni con minore numero di abitanti. L’effetto è visibile, in maniera evidente, sulle detrazioni ammesse da ciascun comune sul calcolo dell’Imu: molto ridotte nel caso di Bolzano, Merano e Laives, e invece da record nei comuni più avvantaggiati, come Monguelfo e Dobbiaco, che hanno recentemente varato detrazioni anche sulla seconda casa, oltre a un maggiore sconto sulla prima.













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