Fondo Family, ecco tutti i consiglieri che resistono

Vitalizi: si sono opposti Baumgartner, Munter, Thaler, Ladurner e Minniti Taverna: ora aspettiamo che la Cassazione decida il giudice di merito della causa


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sono tutti altoatesini i cinque ex consiglieri regionali che hanno resistito in giudizio a PensPlan nella vertenza - davanti al Tribunale di Bolzano - per il sequestro delle quote del Fondo Family. Si tratta - come conferma il portavoce dell’associazione ex consiglieri regionali Claudio Taverna - di Hanspeter Munter, Walter Baumgartner, Rosa Thaler e Martina Laduner della Svp e dell’ex An e Pdl Mauro Minniti. È lo stesso Taverna a fornire, in una lunga nota, un’interpretazione dell’intricata questione, in attesa che la Cassazione stabilisca il giudice di merito della causa sui vitalizi.

«I cinque ex consiglieri - spiega Taverna - hanno resistito in giudizio, con l’assistenza degli avvocati Walter Mauriello, Valeria Parolari e David Micheli, chiedendo il rigetto del ricorso. Il Tribunale di Bolzano, da parte sua, ha rimarcato la mancanza dei requisiti richiesti dalla legge per ottenere un provvedimento cautelare. Il Tribunale ha rilevato, in particolare, che PensPlan non ha alcun interesse alla “custodia imparziale” delle quote del Fondo Family, avendo la società stessa dichiarato espressamente “di non vantare dei diritti sulle quote stesse”. In sostanza il Tribunale ha accertato l’inesistenza di un danno grave e irreperabile che avrebbe potuto, in astratto, giustificare l’emissione di un provvedimento cautelare».

La Società di gestione del Fondo è stata condannata anche alla refusione delle spese legali quantificate in 12.148,20 euro.

«Il provvedimento del giudice - continua Taverna - conferma quanto sosteniamo da tempo, ovvero che nella vicenda che vede contrapposti gli ex consiglieri da una parte e la Regione e il Consiglio Regionale dall’altra parte, Pensplan Invest Sgr è un soggetto che nella gestione delle quote deve osservare la disciplina prevista dal Tuf (Testo unico della Finanza). Pensplan, in concreto, non può procedere unilateralmente a modifiche dei regolamenti del Fondo Family e della gestione delle quote come è avvenuto e questo a prescindere dal fatto che le modifiche in questione siano la conseguenza della legge regionale n. 4/2014 che non può incidere retroattivamente su posizioni consolidate».

Pensplan, per inciso, è già stata diffidata dagli ex consiglieri regionali.

«A fronte del conflitto di interessi in cui versa - conclude Taverna - Pensplan Invest è stata convenuta nei giudizi ordinari pendenti davanti al Tribunale di Trento ed era stata anche diffidata dal porre in essere ulteriori atti in pendenza dei giudizi in questione».

Andreas Pöder di BürgerUnion, della cui posizione si è occupato il Tribunale di Bolzano, non aveva invece fatto ricorso, ma ritiene che la legge regionale - dopo il pronunciamento dei giorni scorsi - possa anche non tenere.

«Diciamo che PensPlan ci ha provato, con le quote del Fondo Family degli ex consiglieri, ma gli è andata male. La legge regionale a riguardo è chiara - e questo è uno dei motivi per cui non ho fatto ricorso - ma sono in molti a questo punto a ritenere che alla fine potrebbe anche essere bocciata». Per Pöder la vertenza non si chiuderà comunque in fretta: «Lo sapremo poco prima delle elezioni provinciali 2018 e gestire un’eventuale sconfitta per Kompatscher non sarà per niente facile».

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