Fotovoltaico, validi i sequestri 

Operazione della Guardia di finanza. La Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Veneto ha confermato il sequestro conservativo  di denaro, beni immobili e impianti per 44,9 milioni di euro nei confronti di un gruppo di società operanti nel settore delle energie rinnovabili,



Bolzano. La sezione giurisdizionale della corte dei conti per il veneto ha confermato il sequestro conservativo di denaro, beni immobili e impianti per 44,9 milioni di euro nei confronti di un gruppo di società operanti nel settore delle energie rinnovabili, responsabili di un danno erariale di oltre 65 milioni per l’indebita percezione di contributi pubblici erogati dal gestore dei servizi energetici. il provvedimento era stato autorizzato a ottobre dal presidente della corte dei conti per il veneto si richiesta della procura regionale, in base alle indagini condotte dalla guardia di finanza di venezia e bolzano nei confronti della «qcii basilicata srl», che nelle due città aveva sede.

Le società con sede a bolzano operanti nel settore delle energie rinnovabili al centro del procedimento avviato dalle procure della corte dei conti di bolzano e venezia sono quaranta. si tratta di società trasferite da padova a bolzano nel 2013 e che risultavano amministrate dallo stesso soggetto in quanto facenti capo ad una società madre italiana (la qcii basilicata srl, appunto, che il 17 dicembre 2013 è stata venduta dalla global pvq e ora è di proprietà del fondo lussemburghese ikav global energy sa rl.) impegnata da anni nel settore del fotovoltaico. è stata una richiesta piuttosto elevata di rimborso iva, inoltrata da tutte le società in questione, a richiamare l’attenzione delle autorità di controllo e in particolare della guardia di finanza che, circa sette anni fa, dopo una lunga serie di accertamenti, ha scoperto il raggiro con indebita percezione di contributi erogati dal gestore del servizi energetici. sulla vicenda è in atto anche un procedimento penale da parte della procura di matera che, lo scorso ottobre, aveva depositato avviso di conclusione indagine per otto soggetti coinvolti indagati per truffa aggravata (in quanto perpetrata ai danni di un soggetto pubblico). nessuno degli indagati è altoatesino o della nostra regione. sono però coinvolti soggetti italiani e germanici. non è affatto escluso che il trasferimento delle varie società a bolzano sia stato deciso proprio per agevolare a livello linguistico i contatti con gli investitori tedeschi.

Le indagini avevano permesso di accertare che la società madre è proprietaria di nove parchi fotovoltaici in basilicata su una superficie complessiva di 290 metri quadrati (pari a 40 campi da calcio). i nove parchi sono stati locati a 40 società (aventi tutte la stessa denominazione, il medesimo indirizzo, prive di organizzazione imprenditoriale e dipendenti) interamente partecipate dalla stessa capogruppo allo scopo di dividere i parchi in 246 impianti fotovoltaici di potenza inferiore a 50 kilowatt. così facendo le 40 società con sede a bolzano hanno potuto percepire gli incentivi dal gestore dei servizi energetici che non avrebbero potuto essere incassati se la società fosse rimasta unica. i contributi indebitamente incassati da ognuna delle 40 società (conseguenza del frazionamento fittizio) venivano poi, girati alla società madre come pagamento dei canoni di locazione degli imPianti.

Al di là delle responsabilità penali per la presunta truffa, che ovviamente saranno affrontate nelle aule dei tribunali, il danno erariale quantificato dalla guardia di finanza ha raggiunto i 65 milioni di euro, di cui 45 di competenza della procura contabile di venezia e 20 della procura contabile di bolzano. a titolo cautelare, lo scorso ottobre, era stato disposto il sequestro di denaro, beni immobili e impianti per circa 45 milioni di euro. provvedimento adottato a garanzia dell’erario che la sezione giurisdizionale della corte dei conti per il veneto ha convalidato nei giorni scorsi.













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