I conti del Bauernbund di Egna: compromesso almeno il 10% dell’intera produzione della Bassa Atesina

Gelata, rovinato un quarto del raccolto

Le zone più colpite sono Cortaccia, Doladizza, Pochi di Salorno e Aldino


Bruno Tonidandel


EGNA. La gelata della notte fra Pasqua e Pasquetta ha riservato una brutta sorpresa a molti frutticoltori della Bassa Atesina. Incominciano ad affluire nella sede di Egna del Bauernbund denunce di danni consistenti provocati dalla brinata. Nessun problema per gli agricoltori dotati di impianto antibrina e che hanno provveduto ad azionarlo in quella notte di freddo intenso che ha raggiunto quasi i 3 gradi sotto lo zero. I danni invece si sono verificati ai frutteti del fondovalle, dove molti agricoltori hanno ritenuto di non mettere in moto le pompe, ma soprattutto alle colture di media e alta collina, come per esempio nelle zone di Penone del Comune di Cortaccia, Doladizza presso Montagna, Pochi di Salorno e Aldino. Qui la perdita del raccolto potrebbe anche raggiungere la quota del 25%. «È difficilissimo - ci ha detto Georg Jageregger, presidente del Bauernbund della Bassa Atesina nonché a capo della Cooperativa Kurmark-Unifrut di Magré - valutare ora il danno: è necessario attendere qualche mese. Attualmente però si possono notare, nelle zone colpite dal gelo, che molti frutticini all'interno presentano una colorazione brunastra, segnale inconfondibile di bruciatura da freddo intenso. Molti di questi frutticini cadranno nei prossimi giorni, altri invece si svilupperanno ma privi di semi. Certo, il danno è notevole. Ma questa situazione - ha proseguito Jageregger - metterà anche in seria difficoltà il frutticoltore al momento in cui dovrà provvedere al diradamento chimico, subito dopo la caduta naturale dei frutti (delle dimensioni di una albicocca) del mese di giugno: se decide di attuarlo incorre nel rischio di eliminare troppi frutti sani; contrariamente potrebbe trovarsi in autunno con una sovraproduzione e quindi con mele scadenti, di calibro limitato, di scarsa colorazione e insapori». Secondo Georg Jageregger la Bassa Atesina potrebbe accusare quest'anno, per effetto dell'ondata notturna di ritorno di freddo, un raccolto inferiore del 10% rispetto al preventivato. In Val Venosta invece, ma anche in Val d'Isarco e nella vicina Val di Non il danno potrebbe raggiungere addirittura il 25%. Nella zona di Aldino la varietà più colpita è la mela Golden ma anche la Stark ha sofferto molto della notte di gelo. Questa varietà di colore rosso, molto delicata alle basse temperature, incide per l'11% del totale della produzione di mele nella Bassa Atesina e il danno, si presume, possa toccare il 10% del raccolto. Anche la produzione di ciliegie potrebbe essere compromessa, mentre alle viti si riscontrano danni molto limitati. Toccherà ora ai tecnici del Centro di Consulenza per la frutti-viticoltura seguire e monitorare attentamente l'andamento stagionale per valutare meglio l'entità del danno provocato dalla gelata pasquale.

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