Montagna

Giù il Coronelle, ma sul nuovo rifugio c'è il no di Cai e Alpenverein 

La storico edificio fu edificato nel 1899 dal Döav. La Latemar Carezza ora vuole abbatterlo e costruirne uno nuovo. Il Cai Alto Adige: bene da tutelare, lo si deve ristrutturare. L’Avs: lo diano alle associazioni alpinistiche, ci penseremo noi


Davide Pasquali


BOLZANO. «Abbiamo valutato la struttura, secondo noi c’è poco da salvare. Già che si interviene, non conviene investire così tanti soldi in una struttura vecchia. Meglio abbattere e ricostruire». È l’intenzione della Latemar Carezza Srl di Florian Eisath, che ha presentato alla Provincia un progetto di partnership pubblico privato per la demo-ricostruzione e la successiva gestione dello storico rifugio Aleardo Fronza alle Coronelle, sul Catinaccio. Un’ipotesi ora al vaglio della Provincia, ma che subito ha messo sul piede di guerra le associazioni alpinistiche.

Il Cai Alto Adige, con il presidente Carlo Alberto Zanella, parla apertamente di progetto ai limiti della follia: «Giusto ristrutturare e adeguare alle esigenze odierne, ma non si abbattono gli edifici storici, parte del patrimonio culturale dolomitico. E, per carità, che non lo si faccia con i soldi pubblici a favore degli imprenditori privati».

L’Alpenverein Südtirol, col presidente Georg Simeoni, commenta: «Dopo il tentativo di costruire la torre di cristallo alta diciotto metri, anche i numeri della nuova struttura mi lasciano perplesso. È presto per parlare dei dettagli, perché siamo solo all’inizio dell’iter, ma mi auguro che la Provincia non dia il via libera, l’Alpenverein e il Cai sono totalmente contrari. Piuttosto diano il rifugio in concessione alle associazioni alpinistiche; lo gestiremo noi, dopo averlo ristrutturato col rispetto che merita, senza snaturarlo».

Il progetto

Costruito nel 1899 dalla sezione Renania del Döav, il club alpino austro-tedesco, e denominato Kölnerhütte, venne poi trasferito al Cai Verona nel 1924, che lo intitolò al capitano Aleardo Fronza. Alla fine degli anni Novanta passò alla Provincia. È uno dei più celebri rifugi storici di tutte le Dolomiti. «Non ci siamo permessi di ampliarlo rispetto alle dimensioni attuali», spiega Eisath.

«Il progetto, ancora in fase embrionale, rispetterà la volumetria attuale, con un leggero aumento percentuale, come un normale ampliamento qualitativo». Ci sono varie idee architettoniche allo studio, ma comunque l’intenzione è di aprirlo anche in inverno. «Avrebbe senz’altro senso.

Anche l’attuale gestore lo farebbe, se ci fosse un impianto di riscaldamento». Come spiega in un comunicato la Provincia, la proposta progettuale della società Latemar Carezza - curata dall'architetto Werner Tscholl, che ha progettato anche la stazione interrata della nuova cabinovia da malga Frommer - mira a ridisegnare l'area dal punto di vista strutturale e paesaggistico. Il progetto prevede la demolizione del rifugio esistente e la costruzione di un edificio da 50 posti letto (22 camere doppie e una a 6 letti), con la possibilità di aggiungere altri 2 posti letto sia nelle camere doppie che nella camera a 6 posti, per un totale di 97 posti letto.

Inoltre, è previsto un ristorante con 360 posti a sedere, dei quali 172 al coperto e 188 all'aperto. Intanto, in attesa che la Provincia prenda in considerazione il progetto, a Carezza il 22 maggio ha aperto la cabinovia da Nova Levante a malga Frommer, il 5 giugno aprirà il Paolina, il 12 la nuova cabinovia Re Laurino per il Coronelle e per la prima volta in estate anche l’impianto Tschein, ora allungato a valle fino alla malga Moser.

La giunta

Come è stato reso noto ieri, nella sua seduta del 20 aprile scorso la giunta provinciale, su richiesta dell'assessore all'edilizia e al patrimonio, Massimo Bessone, si è occupata del progetto di partenariato pubblico-privato (Ppp) “Rifugio Fronza alle Coronelle”, che prevede la demolizione e la nuova costruzione della struttura. Nella seduta è stato assegnato l'incarico di verificare nel dettaglio il progetto e i costi e di proseguire con la valutazione da parte della conferenza di servizio. Il 31 maggio si è svolta la prima riunione della conferenza interdisciplinare di servizio, presieduta da Daniel Bedin, direttore della Ripartizione patrimonio.

L’assessore Massimo Bessone ricorda di aver «presentato in aprile alla giunta provinciale un promemoria con un progetto di abbattimento e ricostruzione del rifugio Coronelle. L'incarico che la giunta ha dato al gruppo di esperti, che ora si è riunito per la prima seduta, è quello di valutare il progetto e di esprimere un parere. Il Fronza alle Coronelle è un rifugio storico, immerso nel meraviglioso ambiente naturale del Catinaccio, un luogo particolarmente sensibile. I rifugi sono il biglietto da visita dell'Alto Adige e sono fondamentali per la sicurezza in montagna. È giusto valorizzare i rifugi, come il Fronza alle Coronelle, creando una struttura accogliente, ma nel rispetto dell'ambiente circostante. Confido nelle capacità e nell'esperienza del gruppo di esperti».

La conferenza di servizio

Alla conferenza di servizio prendono parte esperti di varie ripartizioni (Tutela del paesaggio, Pianificazione territoriale, Beni culturali, Edilizia) e dei Comuni interessati (sindaci di Tires e Nova Levante). Gli esperti hanno il compito di predisporre le proprie relazioni e presentare le relative valutazioni entro il 30 giugno. Anche i costi vengono verificati nel dettaglio. Dopo il primo incontro di fine maggio, la conferenza di servizio si riunirà nuovamente per discutere le varie valutazioni con l'obiettivo di pervenire a un bilancio definitivo, probabilmente entro il mese di agosto. Sulla base di questa dichiarazione la giunta provinciale prenderà quindi una decisione in merito alla prosecuzione o meno del progetto relativo al rifugio Coronelle.













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