Gianluigi Campari, in pensione dopo una vita nei giornali
Bolzano. Piccola cerimonia ieri all’Alto Adige per salutare un nostro amico e collega che da oggi, primo maggio 2019, lascia il giornale per la meritata pensione. Gianlugi Campari, collaboratore...
Bolzano. Piccola cerimonia ieri all’Alto Adige per salutare un nostro amico e collega che da oggi, primo maggio 2019, lascia il giornale per la meritata pensione.
Gianlugi Campari, collaboratore amministrativo di grandissima esperienza, è arrivato in via Volta nel 2009, dopo una lunga carriera, lui d’origine pavese, nei giornali lombardi del Gruppo Espresso.
Una volta entrato in Seta, come ricordato ieri dal vicepresidente della società Orfeo Donatini, «ha svolto un lavoro preziosissimo, prima nei rapporti con il Gruppo Espresso, poi nel periodo esaltante, ma anche molto complesso dal punto di vista burocratico e amministrativo, del passaggio ad Athesia».
Anche il nostro direttore Albero Faustini ha voluto ringraziare Campari per il grande lavoro svolto in questi anni. «Anche nelle situazioni più difficili e intricate - ha detto Faustini -, Gianluigi non ha mai smesso di guardare con ottimismo al futuro, stemperando la tensione con una delle sue formidabili battute».
Un ringraziamento particolare, infine, dal Gruppo Athesia. «Gianluigi - ha detto Katharina Hinterhuber, che ha portato i saluti del presidente Michl Ebner, affiancata dal direttore della divisione “Media.it” Roberto Rangoni - è stato un punto di riferimento insostituibile nel momento del nostro ingresso in Seta».
Commosso, Gianluigi ha ringraziato a sua volta tutti, sottolineando come «la nostra sia un’azienda capace di fare squadra e di affrontare quindi le sfide che l’attendono, perché c’è la consapevolezza che ognuno è importante»
Poi è toccato a noi, giornalisti, tipografi, amministrativi brindare con Gianluigi alla sua nuova vita, che inizia oggi, festa dei lavoratori e del lavoro. E di chi, il lavoro, lo ha onorato nel corso di tutta la sua lunga carriera.
«Ti auguriamo ogni bene caro Gianluigi - ha concluso il direttore Faustini -, d’ora in poi, invece che qui, ci incroceremo sul Talvera durante una delle tue interminabili maratone. O a Ponte vecchio, a Pavia».
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