la protesta

Gli autisti Sasa in piazza a Bolzano. È il terzo sciopero in 2 mesi 

Ieri la città paralizzata dal traffico. Gli autisti: «Chiediamo un tavolo con l’azienda» La manifestazione dal deposito di via Buozzi fino in piazza Magnago. Un centinaio i partecipanti



BOLZANO. Tre scioperi - il 27 ottobre, il 6 novembre e il 7 dicembre - nel giro di due mesi per il personale Sasa, che ha deciso di continuare a protestare finché non ci saranno: «Cambiamenti concreti all’interno dell’azienda». Ieri una delegazione della Rsu dell’azienda di trasporti altoatesina ha incontrato gli autisti davanti al deposito di via Bruno Buozzi, dove nel corso del pomeriggio sono entrati i vari autobus di ritorno dalla fascia garantita.

Poi, intorno alle ore 16, si sono diretti in piazza Magnago. Armati di bandiere e megafoni, gli autisti hanno chiesto un incontro con l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider, che però non si trovava in sede all’arrivo dei manifestanti. 

Lo sciopero 

Fuori dal deposito della zona industriale è stato appeso lo striscione con scritto: «Più salari e diritti per i lavoratori, un miglior servizio per l’utenza». 

«Questa è la priorità», spiegano i lavoratori all’interno dell’Rsu, «e saremo costretti a continuare le proteste finché l’azienda non ci avrà convocati». 

Ieri, vigilia della festività dell’8 dicembre, un traffico intenso ha invaso l’intera città, che si è trovata a dover sopperire all’ennesimo sciopero dei trasporti in una giornata da “bollino rosso”. «Ci dispiace di aver causato disagio alla cittadinanza, ma non abbiamo altre armi», sottolineano gli autisti. 

Nel corso dell’intera giornata hanno partecipato alla protesta circa un centinaio di lavoratori. «Coinvolgimento quasi al massimo, circa il 90%, durante la mattinata», commenta la del delegazione, «che si è ridotto nel pomeriggio, con lo spostamento della protesta sotto la sede provinciale. Molti autisti hanno deciso oggi (ieri per chi legge, ndr) di unirsi a noi per fare sentire la preoccupazione di un futuro in un’azienda che non ci ascolta. Assumono nuovi lavoratori che appena si accorgono delle condizioni e del livello di responsabilità a cui siamo sottoposti, scappano, lasciandoci perennemente sotto organico». 

Le richieste sono le stesse degli ultimi scioperi: L’adeguamento salariale ai nuovi canoni dell’Istat, l’indennità per autosnodato, maggiore sicurezza e la riorganizzazione dei turni per una migliore conciliazione tra lavoro e vita privata. «Dopo l’ultimo incontro in prefettura si pensava ad una apertura di un tavolo che poteva scongiurare lo sciopero odierno, questo non c'è stato e l’unica arma che rimane è la lotta», concludono gli autisti. 













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