Gli scrittori della 5ª D: il racconto sul bullismo vince il primo premio 

La sfida creativa. Si intitola “Vite cambiate” e ha convinto la giuria dell’Accademia milanese


Valeria Frangipane


Bolzano. Non è vero che i giovanissimi non sanno più scrivere. Che a forza di usare tablet e smartphone non riescono più neanche a pensare testi di una certa lunghezza, come facevano anche solo 10 anni fa. Eccoli qui gli scrittori della 5a D delle Manzoni in campo per abbattere gli stereotipi. La notizia è di poche ore fa. E ancora non ci credono. Hanno conquistato il primo premio del concorso nazionale letterario (aperto ad autori affermati o esordienti) promosso dall'Accademia della scrittura di Milano col racconto “Vite cambiate”. Li ha guidati Matthias Graziani, che insegna scrittura creativa nelle scuole, e la maestra Eufemia Femia ha offerto tutta la sua collaborazione. «Abbiamo concepito insieme la trama, lavorando di volta in volta per scegliere personaggi e scaletta degli avvenimenti, per poi scrivere i capitoli divisi in gruppi. Un lavoro lungo, impegnativo». Come mai proprio il bullismo? «Lo hanno proposto i ragazzi - dice Graziani - anche se non ci sono bulli in 5a D, perchè la problematica, unita al cyberbullismo, li coinvolge da vicino. Se non la vivono sulla propria pelle, capita all’amico, alla compagna, al fratello di essere presi di mira dal bullo di turno».

Al centro i ragazzi hanno messo Michael, la vittima, che fa un viaggio nel tempo sulle orme di “Ritorno al futuro” - l’indimenticato film di Robert Zemeckis - per modificare quell'unico avvenimento - la morte del fratello - che ha portato Steve, il bullo, a doversela cavare da solo. Perchè - ed i ragazzi l’hanno capito ed analizzato davvero molto bene - ogni bullo, per diventare tale, ha sempre subito qualcosa, è a sua volta vittima. «Abbiamo fatto tutti insieme col nostro personaggio un salto indietro nel tempo per cambiare in meglio una vita, quella di Steve, salvandone il fratello, ma attenzione perché quando si modifica il destino arrivano poi delle complicazioni. I ragazzi hanno capito anche questo». Un premio quello arrivato alla classe che rincuora. In base agli ultimi dati Invalsi solo il 65% dei ragazzi delle medie ha un livello sufficiente di italiano.

«Sbagliatissimo generalizzare. Questi studenti anche se ancora alle elementari sono in gamba, riflessivi, svegli, informati, educati e sanno pensare e scrivere in italiano. Certo sono stati guidati a raggiungere un obbiettivo ma ci hanno messo entusiasmo, hanno partecipato, lavorato duro ed hanno centrato il risultato». Che non è mai scontato. E poi? «Hanno imparato cos'è un incipit e come concepirlo, hanno compreso la tecnica dello show don't tell (mostra, non raccontare) e hanno capito che bisogna resistere alla voglia di spiegare tutto subito: perché uno scrittore scrive per se stesso ma soprattutto per i lettori. Chi legge è come un bambino che nasce, non conosce ancora il mondo in cui sta per addentrarsi, quindi bisogna accompagnarlo bene e fargli conoscere il nostro mondo attraverso un'emozione iniziale ben precisa. Il lettore va preso per mano, emozionato...». La Manzoni ha aderito all’iniziativa con entusiasmo. «Stiamo scrivendo racconti e potenziando la scrittura, per aumentare la voglia di leggere e di scrivere. Sapersi esprimere, riuscire a cogliere le emozioni e saperle mostrarle e raccontare agli altri è la base dell'empatia, ed essere empatici rende migliori».

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