I mobili riciclati della coop Akrat
Realizzati da persone svantaggiate vengono esposti nelle filiali Raiffeisen
BOLZANO. Utilizzare la banca come un mobilificio. Questa è l'idea della cooperativa sociale Akrat che si occupa di produrre mobili a partire da materiali di riciclo insieme con i resposabili di alcune filialiali Raiffeisen di Bolzano. Non semplici mobili, ma oggetti di design nati dal riciclo di altri mobili. Ecco quindi che parti di un armadio diventano le assi di un tavolo nuovo, una vecchia sedia ritrovare vita grazie a una nuova spalliera e un'imbottitura di velluto, le aste di una lampada trasformate in un servomuto, una serie di cassetti di colori e forme diverse che messi uno sopra all'altro, una cassettiera degna di Alice nel paese delle meraviglie. Un'idea, questa della cooperativa è nata nel 2012 per volontà di una gruppo di soci fondatori coordinati dalla passione di Peter Prossliner, creativo e appassionato designer che dopo aver lavorato 30 anni come arredatore per uffici e banche, ha deciso di dare seguito alla passione di sempre: il recycling che avesse un'utilità sociale. Infatti Akrat in quanto cooperativa sociale ha come scopo il reintegro lavorativo di persone emarginate e socialmente svantaggiate, come rifugiati, malati, disabili, dando loro una nuova possibilità e un nuovo ruolo nella società. «Speriamo che la gente comperi i nostri mobili, vedendoli esposti, perché per sopravvivere dovremmo vendere cira il doppio di quanto vendiamo al momento. Il problema - dice Prossliner - è che gli spazi di Akrat (la cooperativa ha sede in piazza Matteotti) non sono adatti all'esposizione e alla vendita, quindi abbiamo chiesto a Raiffaisen di usare le filiali per fare da vetrina per i mobili». L'idea è piaciuta alla banca.
«La cosa bella è vedere le persone che vengono da noi a lavorare - dice il presidente di Akrat - all'inizio è insicura, poi man mano ritrova sicurezza e questo grazie anche al fatto che non sono solo lavoratori ma partecipano alla creazione dei nostri mobili». (ab)