I vigili per togliere le prostitute dai Piani

Il sindaco: «Nelle prossime settimane una pattuglia fissa: le ragazze e i clienti devono spostarsi su via Innsbruck»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. I Piani si sentono dimenticati sindaco... «Ma non da me. Anzi, le dico due novità. La prima è che il 6 settembre mi incontro con la Provincia e gli advisor dell'Areale per partire sul serio. E se parte l'Areale tutto cambia». E l'altra? «Che raddoppio le pattuglie dei vigili. Due a Don Bosco ma una fissa ai Piani. Così almeno disturbano i clienti che magari dicono di essere tutti casa e chiesa... E provo almeno a spingere le signorine verso la statale, oltre il ponte, in via Innsbruck. Perché sono stanco di sentire le proteste per le prostitute a ogni angolo. E sono stanco anche di vederle lì, tranquille. Non è da Paese civile... Ma non mi faccia parlare».

Dica pure, che vorrebbe dire? «Che per togliere quelle signore dalle strade l'unica via è legalizzare la prostituzione. Far loro pagare le tasse, controllarle e metterle nelle case. Non servono i carri armati, servono le leggi».

Renzo Caramaschi da un paio di giorni si sveglia e pensa ai Piani. L'altro ieri ha denunciato l'impresa sotto la cui responsabilità c'era il muro crollato, ieri ha mandato i vigili a controllare le altre fenditure. Poi apre la sua agenda e legge i punti che si è sottolineato in rosso per dare segnali concreti a chi non ne può più di degrado.

Quando arriva la pattuglia fissa?

Appena concluso il concorso per i quattro nuovi agenti. Cioè presto.

E che succede?

Che vedere un'auto dei vigili sempre lì sarà un bel deterrente. Per le signore ma anche per chi ci gira intorno.

Obiettivo?

Almeno spingerle fuori dal rione, verso la statale. Perché di più non posso fare. Non sono uno sceriffo. E mi fanno ridere chi chiede militarizzazioni. Servirebbe cambiare le leggi, rendere la prostituzione una questione trasparente: c'è un mercato? regoliamolo e controlliamolo. Come accade nei paesi civili, in Austria, in Germania.Ma noi siamo ipocriti....

Ma oltre la prostituzione c'è il degrado.

I Piani cambieranno quando ci saranno cose belle da fare.

Del tipo?

Il 6 settembre incontro gli advisor per perimetrare le aree e partire con i tempi dell'Areale. Col progetto cambia tutto.

Ma tra quanto?

Non tra vent'anni come dicono i profeti di sventura. Io dico che tra cinque anni si parte.

Ma tra Areale e il nulla di oggi ci sarà una via di mezzo...

E sono i progetti che ho avviato. Una piscina vicino all'area della stazione, i mercati da spostare, il centro dei linguaggi contemporanei che aprirà alle ex ferrovie. Quando ai Piani ci saranno giovani, musica, eventi e luoghi di svago ci saranno i bolzanini per le strade, non le prostitute.

Sono progetti. Oggi è diverso.

Non sono progetti, sono questioni avviate, aree definite, investimenti possibili. E in ogni caso: Bolzano non fa niente da decenni perchè dice che ci vuole troppo tempo a fare questo e quello... Ma se non si inizia i tempi si allungano. La mia politica è quella invece di cominciare con tante cose insieme, soprattutto quelle in sospeso, accorciare i tempi.

I tempi dei Piani sembrano eterni. Cambiano le legislature ma bisogna sempre arrivarci dal sottopasso.

Capisco le perplessità. Ma questa volta non sono promesse, le cose sono in movimento. E poi dico ancora: la cartina di tornasole della fiducia che occorre avere nel futuro dei Piani sono i privati.

E perchè mai?

Le imprese spendono soldi di tasca loro, no? Ebbene, negli ultimi tempi c'è un fervore mai visto intorno alle aree del rione. Nell'Areale ma anche ai suoi confini. Loro sanno che le cose stanno cambiando e se gli imprenditori privati hanno fiducia nello sviluppo di tutta quest'area urbana da riqualificare, vuol dire che è possibile. Che tutto quello che è stato pensato in termini di investimenti immobiliari e in infrastrutture sociali e urbane si sta avvicinando. Chiedo solo pazienza.

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