Il 2018 è l’anno più caldo: 1,53 gradi in più 

Ad aprile addirittura 3,5 gradi più della media. L’assessore Theiner: sempre più siccità, crisi idriche, eventi meteo estremi


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Siamo in grandi difficoltà con il cambiamento climatico. Si evolve molto più veloce di noi e noi dovremmo, prima che poi, tentare di recuperare affinché non sia troppo tardi». Sono le parole del segretario generale Onu Antonio Gutierres alla ventiquattresima conferenza mondiale sul clima tenutasi a Katowice nelle scorse settimane. Parole citate ieri dall’assessore provinciale Richard Theiner per chiarire che anche da noi c’è poco da scherzare. Lo si è capito benissimo, per la prima volta in concreto, con la tempesta di vento di fine ottobre. Ma anche i dati scientifici lo confermano. Se negli anni Sessanta le notti tropicali a Bolzano non superavano le dita di una mano, nel 2015 se ne sono contate 29. E non si è trattato di un anno particolare, perché anche il 2018 non ha affatto scherzato: è considerato in assoluto il più caldo anno di sempre, almeno da quando, un secolo e mezzo fa, si cominciarono le misurazioni scientifiche della temperatura. Stiamo a 1,53 gradi centigradi sopra la media. Ad aprile 2018, addirittura, la media è stata di 3,5 gradi in più. Ed ecco gli anni più caldi mai registrati: 2015, 2014, 2003, 2016, 2007, 2017, 2012, 2011, 1994, 2009, 2011, 2000. Tranne uno, tutti nel ventunesimo secolo. E gli eventi siccitosi, le crisi idriche e gli eventi meteorologici estremi sono previsti in aumento.

L’Alto Adige sta facendo molto, ma non basta, si deve fare di più. La Provincia ieri ha fatto il punto sullo status quo. Se nel 2008 la copertura del consumo energetico totale con fonti rinnovabili era del 57,6%, nel 2014 si è saliti al 68%; per il 2020 si punta al 75%, per il 2050 al 90%. Le emissioni di biossido di carbonio pro capite annue sono passate da 4,8 tonnellate (2008) a 4,4 tonnellate (2014). Gli obiettivi sono 4 tonnellate nel 2020, 1,5 nel 2050.

Attualmente un buon lavoro lo stanno facendo le centrali a biomassa. Se nel 2011 erano 71, ora siamo a 77; 27 di queste producono anche energia elettrica. Gli edifici attualmente allacciati assommano a 19.300, anche se molto c’è da fare a Bolzano città, dove il programma è alquanto indietro. Si producono 926 Gigawattore, più altri 97 di energia elettrica. La rete ha superato i mille chilometri. Ogni anno si risparmiano così emissioni per 330 mila tonnellate di biossido di carbonio. Le sfide del futuro sono l’ottimizzazione dell’esistente, le reti intelligenti, le reti micro, la maggiore efficienza. Sempre parlando di energie rinnovabili, molto si è fatto pure sul fronte idroelettrico. Oggi, in provincia ci sono in attività 1033 centrali, per una produzione totale di 5,2-5,6 Terawattore. Le 29 centrali di grandi dimensioni producono il 79% del totale, le oltre 800 piccole solo il 4%, le medie il 17%. La potenza installata per persona è di 1720 W.

Ora la Provincia ha intenzione di fare ancora di più. Ci si concentrerà sui condomini, con contributi fino al 70% dei costi ammessi per migliorarne la situazione energetica. Si ricercheranno efficienza nelle imprese e nei Comuni, con il programma Comuni Clima e con i contributi per l’audit aziendale. Nel settore rifiuti si cercherà di ampliare quanto più possibile l’economia circolare: prevenire, evitare la produzione, dividere, riutilizzare, produrre energia.

Si punterà anche molto a migliorare i trasporti, incentivando la mobilità elettrica, migliorando le infrastrutture ferroviarie, sostenendo il carsharing.

In quest’ottica, ieri è stato presentato un nuovo portale web, www.klimaland.bz. (da.pa.)

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