Il comunista dimenticato Bettini Schettini, il primo consigliere eletto dal Pci 

Il personaggio. A Fiume con D’Annunzio poi esule in Francia, partigiano e dirigente della Cgil


Mario Usala


Bolzano. In occasione del centenario della fondazione del Pci, Livorno, 21 gennaio 1921, molti quotidiani locali e nazionali hanno ricordato l'evento attraverso articoli, ricostruzioni e testimonianze indirette; tra gli articoli è da citare il bel pezzo di Francesca Gonzato, “I comunisti in Alto Adige? Sempre all'opposizione”, Alto Adige, 21 gennaio. Molto interessante e minuziosa la ricostruzione degli avvenimenti, soprattutto dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, con al centro personaggi del calibro di Andrea Mascagni, Anselmo Gouthier, Romano Viola, Rosetta Fronza e altri ancora. Rilevante la citazione dei comunisti sudtirolesi di madrelingua tedesca Silvio Flor e Gebhard Haslinger, quest'ultimo, politico capace e sfortunato, alle elezioni del 1924 figurava nella stessa lista di un certo Antonio Gramsci...

Tra le figure di spicco della sinistra altoatesina, credo sia doveroso ricordare Silvio Bettini Schettini, roveretano classe 1885, comunista, effettivamente sconosciuto ai più, ma che nel secondo dopoguerra rivestì un ruolo di primo piano in Alto Adige.

Sulla prima formazione politica di Bettini si hanno poche informazioni; si sa che gestiva una tipografia a Rovereto insieme al fratello Angelo. Di Bettini sappiamo che partecipò alla Grande guerra e che, ancora nazionalista, fu a Fiume con D’Annunzio. Naufragata l'avventura fiumana, è certo che Bettini, pur conservando un ottimo rapporto con gli ex combattenti, fu corteggiato dal fascismo, che egli, tuttavia, avversò; per questo motivo, il fascismo lo considerò “nemico pubblico”. Per non subire ritorsioni, Bettini fuggì a Parigi, probabilmente nel 1926. Qui conobbe e frequentò i più importanti fuoriusciti: Pietro Nenni, Carlo Rosselli, Emilio Lussu, Camillo Berneri e altri ancora. A Parigi il roveretano si avvicinò al Partito comunista e questo fatto (non abbiamo a riguardo informazioni certe, ma solo testimonianze) ci fa pensare a un suo rapporto diretto con Giuseppe Di Vittorio, considerato anche il futuro interesse di Bettini per l'attività politico-sindacale.

Caduto il fascismo e finita la guerra, Bettini Schettini agì a Bolzano con incarichi di primo piano nel Partito comunista italiano e nella Cgil, di cui fu co-segretario e segretario dalla fine del 1946 al 1949, rimanendo dirigente di spicco negli anni Cinquanta e Sessanta. Fu tra i principali riorganizzatori del Partito comunista in Alto Adige, insieme al giovane Ettore Nardin. Oratore colto e appassionato, Bettini Schettini fu consigliere comunale di Bolzano dal 1948 al 1957, e fu il primo e unico consigliere comunista eletto in Consiglio provinciale nel 1948. La sua duplice attività, politica col Pci e sindacale con la Cgil, fanno di Bettini Schettini una delle figure più interessanti degli anni Quaranta e Cinquanta. Nel 1945 fu anche sindaco di Rovereto, nominato dal Cln. In guerra (o forse a Fiume) aveva perso una gamba, ma visse la menomazione con molta ironia.

Marco Garau, esponente di spicco della Cgil altoatesina, anch'egli comunista e consigliere comunale subentrato a Mascagni nel 1965, morto nel 2018 a 91 anni, così lo ricordò nel 2011: «Era un uomo colto e animato da forte passione civile, noi giovani ne eravamo ammirati. Io entrai subito in sintonia con lui. Mi chiedeva spesso di accompagnarlo ai comizi. Era un ottimo oratore e riusciva a coinvolgere i lavoratori; diede un contributo essenziale alla ricostruzione del sindacato. Ho di Bettini un ricordo personale molto simpatico: aveva una gamba di legno e non guidava, così io lo accompagnavo spesso ai comizi, che lui era in grado di improvvisare in pochi minuti. Un giorno lo accompagnavo a Merano per un comizio, col motorino che ci aveva comprato Di Vittorio, io davanti, lui dietro; improvvisamente mi chiese di fermarmi: aveva perso per strada la gamba di legno! Io ero un po’ preoccupato, ma lui non si scompose: tornammo indietro, recuperammo la gamba, ripartimmo e lui tenne il comizio a Merano!». Silvio Bettini Schettini, esule a Parigi, protagonista di spicco della politica e del sindacato negli anni Quaranta e Cinquanta, morì a Bolzano nella notte tra il 20 e il 21 ottobre del 1967.

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