Il direttore Fornari rischia 267 mila euro 

È la richiesta risarcitoria della Procura contabile (da dividere con Mario Belli) per attività extra lavorativa in ambito artistico


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il conto della Procura contabile è piuttosto salato. Al direttore del Conservatorio Giacomo Fornari e al direttore amministrativo Mario Belli la Corte dei Conti chiede un risarcimento di 267.193 euro in relazione alle molteplici attività extralavorative in ambito artistico e musicale svolte dal professor Fornari dal 2009 al 2015, contravvenendo - secondo l’accusa pubblica - alle disposizioni di legge. In sostanza al professor Fornari (difeso dagli avvocati Roberto Mangogna e Annalisa Esposito) viene contestato un dolo contrattuale. Fu la Guardia di Finanza a segnalare che il direttore del Conservatorio era titolare di partita Iva e che svolgeva un’attività artistico-professionale parallela a quella di insegnante del Conservatorio, ponendo in essere - è stato ribadito ieri in aula - «un’attività di tipo professionale a scopo di lucro» per aver «scientemente e consapevolmente esercitato la libera professione in modo continuativo ed abituale». Come detto la richiesta risarcitoria è stata avanzata anche nei confronti di Mario Belli, direttore amministrativo del Conservatorio, (difeso dall’avvocato Anton von Walther) al quale viene contestato un comportamento gravemente colposo a seguito di un presunto omesso controllo che avrebbe agevolato l’attività, considerata illegittima, del professor Fornari. Nel corso dell’udienza di ieri il collegio di difesa ha contestato l’impostazione giuridica della Procura contabile rilevando che Giacomo Fornari non può essere considerato un professore universitario a tempo pieno ma un docente Afam (Alta formazione artistico musicale) con rapporto di lavoro contrattualizzato ed assoggettato alla legge speciale di riferimento. Con conseguente istanza di rigetto della richiesta risarcitoria avanzata dalla Procura contabile (tra il resto in parte prescritta). Anche il difensore del direttore amministrativo Belli ha chiesto la piena assoluzione del proprio assistito ritenendo che non sussistano nemmeno i presupposti per poter parlare di danno erariale ritenendo non applicabile il decreto legislativo del 2001 (numero 165) in materia di «incompatibilità, cumulo di impieghi ed incarichi» nella pubblica amministrazione . «Nei Conservatori - ha ricordato in aula l’avvocato von Walther - l’obbligo di docenza è molto ridotto. Di solito è di una decina di ore alla settimana per sette mesi all’anno. Questo proprio perchè la volontà del legislatore è quella di consentire agli allievi dei Conservatori di avere come docenti veri professionisti». Esempio: se vogliamo che Arturo Benedetti Michelangeli insegni a Bolzano (come è stato) si deve consentirgli di fare concerti, incidere dischi e di essere artista. Secondo i difensori del professor Giacomo Fornari, l’indagine avviata dalla Guardia di Finanza non avrebbe in realtà verificato l’effettiva condotta professionale dell’inquisito ritenendo comunque tutto illegittimo a seguito dell’apertura della partita Iva. In realtà gli avvocati Mangogna ed Esposito hanno ricostruito ogni contestazione provando che l’attività svolta dal professor Fornari era assolutamente legittima in quanto compresa negli ambiti ammessi (comma 6 articolo 53 dl 165 del 2001). Gli introiti segnalati riguardavano infatti la produzione di libri e articoli di giornali (con partecipazione a convegni e conferenze). Anche in sede penale la denuncia della Guardia di Finanza (con ipotesi di reato di falso in dichiarazione) venne archiviata. In conclusione della propria arringa, l’avvocato Roberto Mangogna ieri ha auspicato che si ponga fine una volta per tutte a quella che ha definito una «guerra contro la cultura che qualcuno anni fa scatenò contro il Conservatorio. Lasciamoli lavorare».

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