Il governo sblocca 750 milioni per l'Alto Adige dopo l'astensione della Svp sulla fiducia

In consiglio dei ministri è previsto il via libera ad alcune norme di attuazione a favore dell'autonomia ma soprattutto lo sblocco di centinaia di milioni da Roma per Bolzano


Francesca Gonzato


BOLZANO. Domani consiglio dei ministri. La Svp e la Provincia autonoma di Bolzano puntano all'approvazione delle prime norme di attuazione della fase post disgelo, culminata martedì nella astensione sulla sfiducia al presidente del consiglio Silvio Berlusconi da parte dei parlamentari sudtirolesi.

Non solo: il consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera al pagamento di 750 milioni di eruo di arretrati attesi da anni a Bolzano.

Tra martedì e ieri i deputati della Svp Siegfried Brugger e Karl Zeller sono stati in contatto con il ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto per capire quante norme di attuazione siano pronte per la firma al Consiglio dei ministri.

Brugger resta prudente: «Ho parlato con Fitto e ho avuto l'impressione che rispetto al pacchetto di norme approvate nell'ultima seduta della Commissione dei 12 e dei 6 siano abbastanza indietro, ma qualcosa, tra il testo sullo Stelvio, il bilinguismo di giudici e forze dell'ordine e il terzo magistrato al Consiglio di Stato, potrebbe arrivare».

I deputati della Svp sono stati gli unici due astenuti alla Camera. Il governo si è salvato per 3 voti. Un mese fa nessuno si sarebbe immaginato che ancora una volta quei due voti della Stella alpina sarebbero stati così determinanti. Politici consumati, ribadito il «restiamo blockfrei, fuori dai blocchi», hanno seguito lo spettacolo.

I Verdi dopo il voto alle Camere hanno parlato di rapporti Svp-Roma all'insegna del «cinismo e del voto di scambio». Brugger precisa: «C'era la possibilità che alcune norme arrivassero in consiglio dei ministri prima della fiducia. Fitto ci aveva però annunciato che non sarebbe stato in grado. Se devo essere sincero, ho preferito così».

Usa parole identiche il presidente provinciale Luis Durnwalder: «Meno male che quelle norme non sono arrivate prima di martedì, avrebbero detto "ecco il do ut des". Invece a noi interessa semplicemente dialogare con tutti i governi, non siamo sposati né con la destra né con la sinistra».

Sul governo Berlusconi Durnwalder pronostica: «Non si governa con una maggioranza così risicata. O trovano altri alleati tra i moderati o si andrà alle elezioni». Una notizia attesa: oltre alle norme di attuazione, in consiglio dei ministri dovrebbe dunque arrivare la definizione del saldo della quota variabile per il periodo 2000-2005: 750 milioni da liquidare in cinque anni, 150 milioni all'anno.

E visto che si parla di disgelo con Roma, torna addirittura in scena il ministro leghista Roberto Calderoli, di cui si ricorda la visita a Falzes, ospite del presidente provinciale Luis Durnwalder. Il presidente della Commissione dei 12 Mario Malossini (Pdl) vorrebbe organizzare a Trento la seduta per l'approvazione della norma di attuazione sui flussi finanziari verso Bolzano e Trento in applicazione dell'accordo di Milano, una delle più attese. La seduta era prevista per sabato, ma è slittata.

«Il testo non è ancora pronto», fanno sapere Brugger e Zeller. Il programma è di avere addirittura due ministri, a Trento o Roma, per la firma della norma finanziaria: Calderoli e Fitto. Malossini: «Abbiamo chiesto da tempo un incontro con Fitto. Potrebbe essere l'occasione giusta». Il direttore della ripartizione Finanze di Palazzo Widmann Eros Magnago è in contatto con gli uffici ministeriali per la stesura della norma sui flussi finanziari. La scorsa settimana era a Roma e anticipa che «dovremmo riuscire a chiudere per gennaio».

La trattativa è complessa, perché la Provincia punta a una norma che non sia la mera traduzione dell'accordo sul federalismo fiscale. Si vogliono introdurre alcune novità, come la possibilità di utilizzare il credito di imposta in alternativa ai contributi alle imprese: l'agevolazione potrebbe stare a monte, nell'alleggerimento di Irap o altri tributi, invece che arrivare sotto forma di contributi.

Si vorrebbe poi modificare la procedura per il flusso finanziario da Roma a Bolzano: oggi tutto l'imponibile Irpef e gli altri tributi versati dagli altoatesini finisce a Roma e viene poi restituito al 90% alla Provincia dopo un decreto ministeriale. Nella norma di attuazione si vorrebbe inserire un automatismo per il flusso di ritorno a Bolzano.

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