Il libro sulla protesta che fece rivivere la fabbrica di Sinigo

Presentato ieri "Dalla Montedison alla Memc-SunEdison", storia dell’occupazione operaia dal luglio ’72 al maggio ’73


di Ezio Danieli


MERANO. Dal 1° luglio 1972 al 15 maggio 1973: è il periodo in cui si sviluppa la storia dell'occupazione alla Montedison di Sinigo, in seguito alla minaccia di chiusura dello stabilimento da parte della direzione e fino alla sua riapertura senza alcun licenziamento. Una storia di impegno sindacale, dei lavoratori, della città di Merano, dei tanti politici.

Ora, quella vicenda che le giovani generazioni conoscono forse poco è diventata un libro. Il titolo è "Dalla Montedison alla Memc-SunEdison", voluto dalla Cgil/Agb altoatesina e scritto da Gastone Boz e Mario Usala con la ricerca fotografica di Fabio Pietrini.

È stato presentato, ieri pomeriggio, in sala civica alla presenza di un pubblico numeroso. C'erano tanti ex-lavoratori ed ex-sindacalisti che hanno vissuto, in prima persona, quella lunga vicenda. Ma c'erano anche l'assessore provinciale Tommasini, il segretario provinciale della Cgil Ebner, Gabriele Cioncolini della Spi nazionale, i sindacalisti di quel tempo Enzio Diotalevi e Carlo Baldi. Tutti sono intervenuti, moderati da Andrea Rossi.

Il libro parte proprio dal 1° luglio 1972, quando viene comunicata la decisione del cda della Montedison: lo stabilimento di Sinigo deve chiudere perché il silicio, si diceva, non ha futuro. Alle 19.30 di quello stesso giorno la fabbrica viene occupata. Seguono trattative, incontri, discussioni varie. In città cresce la solidarietà di tutti. Quella fabbrica, considerata "italiana", unisce tutti nel desiderio e nell'impegno di una ripresa produttiva.

Dall'occupazione partono diverse iniziative: la più eclatante vede gli operai sfilare per le vie del centro. Nel libro viene evidenziata anche la grande solidarietà della gente, l'aiuto fornito da alcuni sacerdoti. Ma anche le accese discussioni in aula consiliare. Gastone Boz e Mario Usala nel loro racconto, si soffermano anche su alcuni episodi di intolleranza che interessano la tenda che gli operai hanno sistemato nei pressi dell'azienda. Poi - fra una trattativa e l'altra - si arriva al 18 maggio 1973, quando il suono della sirena annuncia che s'è ripreso a lavorare: 315 giorni di occupazione si concludono con la riconsegna, simbolica, delle chiavi della fabbrica al direttore Licata.

Una vittoria sindacale, è stato detto ieri nel corso della presentazione del libro, ma una vittoria soprattutto dei lavoratori, come testimoniano nella parte finale del libro proprio i due ex-sindacalisti. Un documento importante e significativo sono le considerazioni di Flavio Scacchetti e di Claudio Da Molin. Di rilievo anche il contributo di Franco Gini e Paolo Tondin, oltre che di Fiorenzo Dalla Torre. Per tutti vale quando ha detto Enzo Diotalevi, riportato nel libro: "Da quella esperienza uscimmo tutti più ricchi, di quella ricchezza che non si vede, che non sta nel portafoglio, ma nel cuore di ogni persona che sa di aver fatto il proprio dovere"













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