Il «no» della Lega  sul pre contratto Svp 

Impegno sull’Europa, gelo dei vertici nazionali: «Ora non si firma nulla» Salvini: «La Stella alpina? Molto elastica». Bressa: nemmeno una telefonata


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Un precontratto su Europa e antidiscriminazione su cui impegnarsi prima di discutere di giunta? Sembrava un passo formale, quello deciso dalla Svp lunedì, ma a Milano non la pensano così. Ieri è stata la giornata del gelo tra Stella alpina e Lega. Non salta tutto, ma per le diplomazie dei due partiti c’è del lavoro, perché sul preambolo è iniziato un braccio di ferro. Ieri pomeriggio il presidente Arno Kompatscher ha incontrato a Roma il ministro dell’Interno Matteo Salvini per discutere di decreto sicurezza e richiedenti asilo. Scontato pensare a un colloquio a parte sulla giunta. «Assolutamente no. Non c’è stato il tempo e comunque trattiamo a livello locale», assicura Kompatscher. Ma Milano in realtà è coinvolta e il commissario leghista Massimo Bessone, che in serata ha sentito Calderoli, spiega: «Sono un uomo di partito, non posso decidere da solo su una partita così importante». Questa sera seduta della Lega locale per discutere i prossimi passi. Il parlamentino della Svp lunedì ha votato a larga maggioranza la proposta di Arno Kompatscher e Philipp Achammer di scegliere la Lega per le trattative di giunta. Prima però, è stato annunciato, La Lega locale dovrà dichiararsi d’accordo su un documento basato su tre temi: convivenza pacifica («la giunta provinciale ripudia decisamente ogni forma di discriminazione»), autonomia speciale ed Europa (riconoscimento dell’Ue e della moneta unica europea).

Fino a ieri mattina Bessone si dimostrava più che possibilista, tanto da ipotizzare la «firma del documento la settimana prossima». Ma Bessone stesso aveva chiarito di avere inviato il testo al senatore Roberto Calderoli, «perché non posso impegnarmi sul tema dell’Europa». E nel pomeriggio ha iniziato a circolare negli ambienti della Svp la voce che il «precontratto» non fosse piaciuto per nulla ai vertici della Lega, da Salvini a Calderoli. Una questione di principio, prima di tutto. Ma anche sui contenuti ci sarebbero alcune obiezioni, che inevitabilmente si fanno sentire a livello locale. «È come sottoporre alla volpe un documento in cui, prima di farla entrare nel pollaio, si impegna a non mangiare le galline. Mi pare un po’ ipocrita», ha tradotto il verde Riccardo Dello Sbarba (su Salto). Insomma, una frenata e anche una sorta di giallo sul pre contratto. Lunedì è sembrato che il preambolo andasse proprio firmato, come confermano le parole di Bessone. Ieri Kompatscher ha spiegato così le regole di ingaggio: «Quel testo costituirà il preambolo dell’eventuale programma di coalizione con la Lega. La firma andrà fatta alla fine, ma prima di iniziare ogni trattativa la Lega deve dirci che condivide quel testo riga per riga, perché non ne cambieremo una sola parola. Non tratteremo sui valori». Dunque non verrà chiesta una firma. Basterà per superare l’orgoglio leghista? O arriveranno, da Milano e da Bolzano, richieste di modifica? «Variazioni sono escluse», ribadisce Kompatscher. Ieri sera Bessone ha confermato l’irritazione dei vertici nazionali: «Sicuramente l’idea di firmare una dichiarazione preliminare non piace. Vedremo come andremo avanti. Quel testo contiene molte cose ovvie, come se noi fossimo dei razzisti o non condividessimo l’autonomia...».

LA STOCCATA DI SALVINI. Lunedì sera Salvini ha parlato (anche) di Alto Adige, autonomia ed Europa. L’occasione è stata la presentazione a Roma del libro di Lilli Gruber «Inganno», con la giornalista sudtirolese e Giovanni Floris. Lilli Gruber ha elogiato il modello dell’autonomia speciale: «Puoi essere sudtirolese, conservare la tua identità, essere cittadino italiano ed europeo. Cosa ne pensa Salvini?». Questa è stata la risposta del leader leghista: «Sanno difendere bene il loro territorio e i loro legittimi interessi, con molta elasticità mentale e politica. Non badano tanto alle vecchie distinzioni e ai vecchi canoni destra-sinistra, ma a quello che può interessare ai loro territori». Una stoccata al pragmatismo della Svp. Salvini, riferisce Rai Südtirol, è tornato anche sul doppio passaporto: «Il tema interessa solo una piccola parte della popolazione».

LA RABBIA DI BRESSA. Per il Pd la svolta della Svp verso la Lega è uno choc politico, Per il senatore Gianclaudio Bressa è anche altro: già sottosegretario, nella scorsa legislatura di fatto ministro agli Affari regionali, Bressa è stato il punto di riferimento a Roma per la Svp, Le 22 norme di attuazione dell’ultima legislatura e molte altre, il patto finanziario, si devono in larga parte al suo lavoro in tandem con Karl Zeller. Più deluso che arrabbiato, Bressa ieri faceva sapere: «Lunedì non ho ricevuto nemmeno una telefonata da Kompatscher o Achammer per informarmi della decisione. Mi ha chiamato Karl alle otto di sera. Avevo capito, ma sto parlando di come è stata gestita umanamente questa vicenda».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità