L'INTERVISTA - Roberto Riccardi 

Il nuovo generale dei carabinieri è un giallista di fama nazionale 

Al vertice dell’Arma regionale. Il nuovo comandante di Legione ha incontrato i rappresentanti dei media, sottolineando l’importanza dell’informazione che «ha funzione di controllo dell’apparato pubblico»


PAOLO TAGLIENTE


BOLZANO. È giornalista e autore di diversi libri, che spaziano dai gialli classici ai volumi storici. Con “Venga pure la fine”, che parla del conflitto avvenuto in Bosnia alla fine del ventesimo secolo, è stato addirittura candidato al premio Strega 2014 e insignito ai festival del noir di Serravalle e di Suio Terme.

Insomma, Roberto Riccardi, barese, classe 1966, è un apprezzato autore. Ma è anche un generale dei carabinieri. Anzi, è soprattutto un generale dei carabinieri. Un generale di brigata che, nei giorni scorsi, s’è insediato al comando della Legione carabinieri Trentino Alto Adige e che, ieri mattina, dopo le visite di rito alle massime autorità locali, ha incontrato gli organi di informazione della provincia. Un incontro ufficiale e, allo stesso tempo, cordiale, in cui l’ufficiale ha parlato del suo percorso professionale. Due lauree, Riccardi ha frequentato la Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli, l’Accademia di Modena, la Scuola Ufficiali di Roma e il Corso di Alta Formazione presso la Scuola di Perfezionamento Forze di Polizia. Per ben undici anni ha comandato unità territoriali e operative in Sicilia - era operativo in provincia di Palermo quando ci furono gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino - e poi in Calabria, poi è stato al comando della Sezione antidroga del Nucleo investigativo di Roma e del Comando provinciale di Livorno. Ha partecipato alle missioni Nato di stabilizzazione in Bosnia e Kosovo e a gruppi di lavoro e progetti di cooperazione internazionale presso Europol a L’Aja e Olaf a Bruxelles. È stato direttore responsabile del mensile “Carabiniere”, capo sezione presso l’Ufficio stampa del Comando Generale dell’Arma e, dopo, capo dello stesso Ufficio. Fino alla fine dello scorso settembre, prima di arrivare a Bolzano, è stato per tre anni comandante nazionale del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, in seno al Ministero della Cultura. Parla inglese e francese e ha già iniziato a frequentare corsi di tedesco.

Ora, il nuovo incarico in Trentino Alto Adige, territorio dalle grandi specificità. Un incarico a cui il generale Riccardi s’è preparato, leggendo libri sulla storia di Alto Adige e Trentino e seguendo le notizie sui giornali regionali online per conoscere meglio la nostra realtà.

Generale, per lei un nuovo incarico di comando. Cosa si aspetta?

Sarà sicuramente un’esperienza che arrichirà la mia vita, la mia capacità professionale, la mia umanità e il mio livello culturale perché questa è una terra che ha molte cose da dire, un terra molto bella. La mia è un’azione di coordinamento nei confroti dei comandi che insistono sulla provincia di Bolzano e sulla provincia di Trento. Un’azione di indirizzo che potrà eslusivamente essere orientata al rispetto della legge e alle attenzioni d’avere verso questo territorio.

Lei a Bolzano da pochi giorni: ha già avuto modo di vederequali sono le maggiori problematiche del nostro territorio?

Ho visionato alcuni fascicoli, ma una cosa è importante: non si può mai abbassare la guardia perché proprio quando le acque sembrano calme, c’è il rischio di vederle così anche se non lo sono davvero. Ho iniziato a lavorare in Sicilia, ero a Palermo negli anni delle stragi, ho continuato con la Calabria: sicuramente lì, i fenomeni criminali affiornvano sul livello dell’acqua ed era immediato vederli. Qui, saranno da riconoscere e da individuare, cercando in profondità, però non si può mai tenere la guardia bassa.

Generale dell’Arma, ma anche scrittore di successo che ha pubblicato con case editrici come Einaudi, Rizzoli, Mondadori e altre. Protagonisti di alcuni suoi romanzi sono il tenente Liguori e soprattutto il capitano Renato Roversi, che sembra proprio l’alter ego del generale Riccardi. Naturale chiedergli se l’Alto Adige potrà fornire l’ambientazione per il prossimo giallo.

È l’ultima cosa che uno scrittore dice pubblicamente (sorride, ndr). È un segreto più importante di quello investigativo.

Ufficiale dell’Arma, scrittore, ma anche giornalista publicista. Qual è il suo rapporto con l’informazione?

La stampa è la sentinella sul ponte della nave del potere, come diceva Pulitzer, e costituisce una funzione di controllo su tutto l’apparato pubblico, inclusi i carabinieri che così sono meglio spronati a evitare di commettere errori. La stampa ha una funzione sociale e che inerisce ai diritti di libertà e di democrazia di un paese, non a caso gli articoli 15 e 21 sono fra i primi della Costituzione. Io ci credo e io ci credo fermamente e sono iscritto all’ordine dei giornalisti anche per questo. Il compito dei media è importante per informare di quello che accade, sia in termini di trasparenza sia anche per dire ai cittadini come vengono spesi i loro soldi, perché noi svogliamo un servizio pubblico. Il dialogo costante tra organi d’informazione e istituzioni è fondamentale.













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