Il signore delle nevi guida un gatto da 400 mila euro

Riccardo Glück a capo delle squadre di Plan de Gralba tutte le notti tira a lucido le piste da sci con 40 mezzi


di Daniela Mimmi


SELVA GARDENA. Da generazioni e generazioni la famiglia Glück vive a stretto contatto con la neve. Tutto comincia all'inizio del secolo scorso con Ferdinand, classe 1901.

Era un uomo duro di montagna, uno che si è fatto due guerre. Ed era una delle prime e delle più famose guide alpine della Val Gardena, quando ancora i turisti erano pionieri, per sciare bisognava farsi la salita a piedi, e la montagna era veramente spaventosa e affascinante, molto più selvaggia e imprevedibile di oggi.

Ferdinand ogni anno portava in montagna una facoltosa signora americana la quale però non pagava mai. Dopo anni e anni di conti in sospeso, si decise finalmente a pagare Ferdinand per tutte le scalate e le ferrate fatte nel corso di anni. Gli dette la bellezza di 26 mila lire. Bastavano per costruirsi una casa. Ma Ferdinand la casa ce l'aveva già e la cosa che a lui importava veramente era la neve.

Così, invece della casa, costruì un trampolino per il salto con gli sci lungo 56 metri, all'inizio della Vallunga. Riccardo, il nipote, la ricorda ancora quella pista. «Io la ricordo già in disuso, con il legno marcito e gli alberi che crescevano sul tracciato».

La vita di Riccardo, come quella del padre e del nonno, scorre per la maggior parte dell'anno a stretto contatto con la neve. È infatti il responsabile della neve e delle macchine di Plan De Gralba, sopra a Selva Gardena. Per lui lavorano, tutto l'anno e in inverno tutte le notti, tutti quegli uomini che la mattina ci fanno trovare le piste lisce come tappeti di velluto.

«Mio padre, Otto, è stato un grande campione italiano di slalom. Nel 1956 ha partecipato alle Olimpiadi di Cortina, ma solo come apripista. Ciononostante ha dato 3 secondi a Toni Seiler, che quell'anno ha vinto tre medaglie. Mio padre non ha potuto partecipare per un cavillo, se no forse Seiler di medaglie ne avrebbe avute solo due» dice adesso il figlio Riccardo. Con lui scopriamo la vita segreta dei gatti delle nevi, quelle enormi e affascinanti macchine che possono salire in cima alle montagne, dove è impensabile andare per qualsiasi altro mezzo.

«In Val Gardena ci sono una quarantina di gatti - ci dice Riccardo Glück -. Ce sono di tutti i tipi, a seconda del tracciato sul quale devono operare. Sono mezzi molto sofisticati e molto costosi, che arrivano a 400 mila euro, con aria condizionata e riscaldamento, impianto stereo e sedili aerodinamici da 3 mila euro». Guidarli non è uno scherzo, ma non è necessaria la patente.

«Bisogna conoscere bene le piste e sapere quanta neve c'è sotto al gatto. Alcuni sono dotati addirittura di apparecchiature in grado di rilevare l'altezza della neve. Non è un lavoro pericoloso, ma bisogna saperlo fare. E soprattutto avere molta passione per la neve e per la macchina».

Adesso la vita del gattista è molto meno pesante rispetto a quella di Riccardo Glück quando era giovane.

«Adesso lo stipendio è buono, i turni di lavoro non sono eccessivi, e ci sono molti giovani che si propongono. Quando lo facevo io a tempo pieno non c'erano i controlli sugli orari, e noi lavoravamo anche tutta la notte. Di giorno poi c'è il normale lavoro sulle piste. Io ho perso i primi mesi di vita di mio figlio perché è nato all'inizio dell'inverno e io sono riuscito ad avere un po' di tempo per lui solo in primavera. Eravamo tutti giovani e incoscienti. Tra i nostri divertimenti c'era la gara a chi riusciva a salire più in alto sulla forcella del Sasso Lungo o, ancora peggio, entrare dentro alle slavine mentre scendevano».

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