BOLZANO. Chiesa gremita è dir poco. Centinaia e centinaia di bolzanini di ogni età lingua e quartiere, per rendere omaggio a Renzo Zanolini, ieri pomeriggio a Regina Pacis. Così tanti a voler salutare per l’ultima volta il più noto pasticciere della città e a portare il loro calore umano alla famiglia che, dopo una dozzina di minuti di celebrazione, dall’altare don Mario Gretter, in procinto di iniziare l’omelia, li ha invitati a dare un poco di tregua ai famigliari, permettendo loro di ascoltare le sue parole senza essere attorniati da parenti amici e conoscenti. In primo banco a sinistra, la famiglia, con la moglie Elda e i cinque figli. Sulla destra, in «divisa» bianca, professionali e compiti, i pasticcieri dell’Unione, di cui Zanolini era stato nominato da poco vicepresidente. All’altare, don Gretter è salito con in mano un uovo, simbolo cristiano per eccellenza: «Con Renzo ci siamo conosciuti 18 anni fa, quando io ero qui cappellano. Ho attraversato la strada per chiedere se dalla pasticceria mi prestavano un uovo di pasqua, di quelli grandi grandi, che tenevano in vetrina. Mi hanno guardato come fossi scemo. Ho detto: se lo rompo ve lo ripago. Si sono guardati, Renzo e Elda, e hanno detto: va bene. Mi hanno prestato per la predica un uovo di quelli da grande festa e con grande gioia di tutti i bambini, poi, alla fine, il giorno di pasqua ce l’hanno regalato. Un giorno di dolcezza. E poi, l’anno dopo, gli Zanolini mi hanno chiesto: ma l’uovo quest’anno non lo vuoi? Uno dei dolci pensieri, non solo fatti di uova, che qui in tanti hanno da ricordare. Non solo fatti di uova, ma anche di biscotti, di mignon, di millefoglie, e chi più ne ha più ne metta. Chissà quante uova avrà usato, Renzo, quante ne avrà rotte, in tutta la sua carriera, chissà quanti dolci avrà preparato. E chissà quanto si sarà messo di impegno per portare un po’ di dolcezza dappertutto».(da.pa)

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