BOLZANO. Stando ai numeri, specialmente ai totaloni complessivi, i pensionati altoatesini sono quelli che in Italia se la passano meglio. Sono 127.383 gli anziani, stando al bilancio del 2013 dell'Inps presentato ieri nell'aula del Consiglio Provinciale dal direttore regionale Marco Zanotelli, che si spartiscono l'enorme torta da quasi due miliardi di euro l'anno. E con l'allungarsi dell'età media, aumenta anche la spesa per le prestazioni pensionistiche: tra il 2012 e il 2013 l'aumento registrato di uscite ammonta a circa 45 milioni di euro, pari al 2,3% annuo. Con un reddito pensionistico medio di poco più di 1300 euro a testa, gli anziani altoatesini sono nettamente sopra la media nazionale, e vivono mediamente più a lungo: uomini e donne più o meno un anno e mezzo in più della media italiana. Non solo, la maggior parte di loro incassa più di una pensione, tra reversibilità, invalidità e assegni sociali. Il dato registrato dall'Inps è che a ciascuno tocca mediamente 1,36 pensioni, quasi una pensione e mezza a testa. Il totale delle prestazioni erogate, infatti, è di oltre 154 mila, circa trentamila in più di del numero di pensionati presenti sul territorio. Scendendo nel dettaglio però, il chiaroscuro inizia ad emergere. Di queste 154 mila prestazioni infatti, quasi il 43% è inferiore ai mille euro, e circa il 10% è inferiore ai 500. Un dato che fa pensare al cumulo sì, di prestazioni, ma che spesso sono di ridotta entità prese singolarmente. Scomponendo poi gli importi tra uomini e donne, risulta immediatamente evidente quanto queste ultime siano state penalizzate in passato da un mercato del lavoro quasi totalmente maschile. Mentre infatti per il pensionato maschio il bonifico sul conto ammonta mediamente a circa 1200 euro, per la donna è quasi la metà esatta. Non solo, guardando a come si suddividono per classi di prestazione gli anziani altoatesini, per le donne, la maggioranza si ferma alla fascia di reddito inferiore ai 750 euro, mentre gli uomini si distribuiscono in maniera uniforme in tutte le fasce, anche quella oltre i 3000 euro mensili, nella quale gli uomini sono il triplo delle donne. Aziende. Nella presentazione del bilancio annuale, l'Inps ha fornito anche i dati relativi allo stato di salute delle aziende altoatesine, sia dal punto di vista della cassa integrazione nelle sue varie declinazioni, che dal punto di vista di numero di entrate ed uscite di lavoratori dal mercato. Gli indicatori mostrano complessivamente un tessuto imprenditoriale che ha saputo resistere bene alla crisi economica che perdura da ormai sei anni, anche se nell'ultimo anno è evidente il calo della tenuta. «Una crisi così dura e lunga mette in difficoltà anche le imprese più solide - spiega il direttore Marco Zanotelli - ma i dati mostrano come in molti settori le aziende abbiano reagito innovando e mantenendo un flusso di ordinativi in grado da salvare l'occupazione». Sette milioni di ore di cassa integrazione, quelle erogate dall'Inps nel periodo 2011-20012, e altri sette milioni soltanto nel 2013. «E' chiaro che dopo sei anni è difficile per tutti tenere duro». Il settore che ha pagato più di tutti è sicuramente quello dell'ediliza, seguito da quello del legno. Sul fronte dei sussidi per i disoccupati (Aspi), il dato è eclatante: contro le 9 mila erogazioni del 2008, quelle del 2013 sono arrivate a 22 mila. Un successo particolarmente elevato hanno invece riscontrato i contratti con "voucher", ha spiegato il direttore regionale, per il lavoro occasionale. «Nel periodo 2008-2012 sono circa 2 milioni quelli emessi, e altrettanti sono stati quelli del solo 2013; questo successo è la dimostrazione che il tessuto lavorativo altoatesino ha saputo sfruttare al meglio le possibilità dei nuovi contratti, attestandosi al terzo posto in Italia per consumo di voucher, soprattutto per gli stagionali del turismo, dopo le economie altrettanto forti di Lombardia e Veneto.