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L’Ipes a Bolzano ha finito tutti i terreni: «Bloccati con l’Areale 500 alloggi» 

Il vicepresidente Heiner Schweigkofler: «Costruiamo ancora qualcosa ad Aslago, in via Druso e a Maso della Pieve, poi non abbiamo più aree». L’Istituto sperava nei Piani e nelle caserme Huber. Il Piano di edilizia sociale scade in estate, lettere a tutti i Comuni per chiedere disponibilità di spazi


Valeria Frangipane


BOLZANO. L’emergenza casa in città non molla - al momento ci sono 1.141 persone in graduatoria in attesa di un appartamento - e le prospettive non sono rosee, visto che scende, per mancanza di aree, la disponibilità di alloggi sociali. Chi cerca in affitto si dovrà affidare sempre più ai prezzi stellari del mercato privato.

Heiner Schweigkofler è vicepresidente dell'Ipes (Istituto per l’edilizia agevolata), che vanta un patrimonio di 16.438 alloggi in tutto l’Alto Adige, 6.497 su Bolzano. «Nel capoluogo abbiamo finito i terreni, non ce ne sono più. Il nostro piano puntava in dieci anni a realizzare 500 alloggi sull’Areale, che al momento è fermo. Ci restano le caserme Huber di viale Druso, ma anche lì prevedo tempi lunghi».

Il piano per le costruzioni si sta per chiudere. In estate l’assessorato invierà una lettera ai Comuni per chiedere ufficialmente quali terreni vorranno mettere a disposizione. «Bolzano è in difficoltà. Costruiamo qualcosa ad Aslago (67 alloggi all’ex convitto), in via Druso (35 appartamenti nella torre di Druso Est) e ancora in via Maso della Pieve (circa 18 alloggi), poi abbiamo finito. Cercheremo di recuperare appartamenti sfruttando al massimo l’aumento di cubatura, sopraelevando alcuni edifici (come per esempio in via Sassari o ai Bagni di Zolfo) e ristrutturando il più possibile. Ma non vedo altri spazi di manovra».

Ogni anno - infatti - gli inquilini liberano per svariati motivi circa 400 alloggi in tutta la provincia di Bolzano, che si aggiungono a quelli non sfruttati nel corso degli anni per mancate ristrutturazioni. A inizio 2021 l’Istituto ha deciso di incrementare gli investimenti destinati al risanamento con l’obiettivo di azzerare gli alloggi inutilizzati e sta facendo di tutto per sistemarli e poterli riconsegnare il prima possibile a chi è in attesa. Ne risanerà 1.800 fino al 2023, mentre gli appartamenti in corso di ristrutturazione in tutto l’Alto Adige sono circa 300, cui aggiungere le riqualificazioni energetiche di interi edifici. Ma Bolzano resta in sofferenza. Avete nuove aree per le case albergo che nel capoluogo (376 posti letto) ospitano i lavoratori? «No, al momento purtroppo niente».

Il caro-casa, caro-affitti morde e non si intravedono, a breve, vie d’uscita. Heiner Oberrauch, presidente Assoimprenditori l’ha detto chiaro sul nostro giornale. «Servono case per attirare lavoratori da fuori». Matteo Bonvicini, presidente provinciale Federfarma, batte il tasto del personale: «Il capoluogo è diventato elitario, tra caro casa e caro affitti è illusorio pensare di attrarre lavoratori da fuori. Non riusciamo a trovare farmacisti, infermieri, operatori socio sanitari, logopedisti, tecnici di radiologia, fisiatri». Manca personale anche ad Assb (Azienda servizi sociali) ed il problema è sempre lo stesso con il Centro casa che non usa giri di parole: «I lavoratori scappano da Bolzano. Non è possibile incassare 1.200 euro di stipendio e pagarne 700/800 di affitto, quando va bene».

La situazione è più che complicata e «crea insicurezza nella popolazione». Lo dice Waltraud Deeg, assessora all'edilizia sociale, che ieri ha fatto il punto sul disegno di legge "Edilizia pubblica", approvato dalla giunta lo scorso dicembre che la settimana prossima sarà esaminato dalla commissione legislativa competente.

Disegno contestato dalle opposizioni che lo giudicano insufficiente a tamponare la principale emergenza sociale ed economica che affligge il capoluogo - ma non solo - mentre qualche dubbio starebbe emergendo anche in una parte della Svp, dopo il viaggio studio della commissione legislativa a Vienna.

Ma Deeg tira dritto. «Abbiamo bisogno di un sistema più snello che sia in grado di rispondere in tempi rapidi alle diverse esigenze». Le “slide” di presentazione spiegano che l’affitto medio di un monolocale in centro città in Europa è di circa mille euro al mese, come dire che Bolzano è in linea. Lo stesso monolocale - si legge ancora - in Inghilterra costa 1.848 euro ed in Svizzera 1.535, ma il prezzo crolla in Grecia (295 euro) e in Lettonia (378 euro). Tra le novità del disegno Deeg nuove possibilità di accesso al ceto medio (troppo ricco per le graduatorie Ipes, troppo povero per il libero mercato). L’apertura ai giovani fino ai 35 anni e ancora il cohousing e le case multigenerazionali... abitare insieme, subaffittare per abbassare i prezzi. E contratti più lunghi di dieci anni.













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