La Biblioteca della donna chiude tra le polemiche 

L’istituzione. I locali devono essere sgomberati per ospitare l’ampliamento dell’istituto musicale Vivaldi. Da anni problemi di gestione  Contestata la presidenza di Elisa Forcato, un gruppo di ragazze vota un nuovo direttivo e chiede al Comune una nuova sede 



Bolzano. Una storia gloriosa, che tramonta tra scatoloni pieni di libri e contenziosi sulla gestione. Ha chiuso la Biblioteca della donna di piazza Parrocchia. Il trasloco era annunciato, perché quei locali devono essere liberati per consentire il restauro e l’ampliamento della sede dell’Istituto musicale Vivaldi. Ciò che manca è una nuova sede, perché il Centro di documentazione delle donne, che gestiva la biblioteca, è investita da difficoltà amministrative e una contesa sulla governance. Ha già traslocato invece l’Archivio delle storiche, che pure era ospitato nei locali concessi a titolo gratuito dal Comune. L’amministrazione ha accolto la richiesta dell’Archivio delle storiche, che in questi giorni sta trasferendo il proprio importante patrimonio librario al Premstallerhof di via Dolomiti. Luogo di riferimento del movimento femminista e delle donne da oltre trent’anni, la Biblioteca della donna era stata affidata a una Federazione delle associazioni culturali femminili. Dalle dieci associazioni iniziali, con gli anni la presenza si è sempre più assottigliata. Dal 2012 Elisa Forcato è diventata presidente Centro di documentazione delle donne e si è ritirata dall’attività una figura di riferimento come Marina Manganaro. La Biblioteca delle donne, oltre a ospitare una importante collezione di libri, è stata a lungo uno spazio aperto a iniziative e presentazioni di libri. I problemi di gestione sono iniziati alcuni anni fa, riferisce Stefano Santoro (direttore Ufficio Famiglia, donne, gioventù del Comune): «I prestiti dei libri hanno subito una flessione drastica negli ultimi quattro anni, passando da 600 all’anno a 200, poi 80. Nei primi mesi del 2020, prima del lockdown, risultano solo 3 prestiti. Nel frattempo non era più in servizio la bibliotecaria, il cui finanziamento era garantito dalla Provincia. Sappiamo che a titolo volontario teneva aperta la sede Sandro Forcato». Per quanto riguarda i contributi del Comune, riferisce Santoro, «l’associazione ha rinunciato al saldo degli anni 2018 e 2019 per carenza di documentazione. Il contributo 2020 non è stato assegnato». L’associazione nei mesi scorsi ha chiesto al Comune una nuova sede. «L’amministrazione può muoversi solo in presenza di un progetto sostenibile», riferisce Santoro, «La biblioteca ha svolto un ruolo importante sui temi di genere, è interesse del Comune che una esperienza così significativa possa sopravvivere». E si arriva allo scatto di orgoglio di un gruppo di giovani donne, che hanno convocato una assemblea della associazione, eleggendo una nuova presidente. Elisa Forcato non riconosce la nuova gestione, ma Clarissa Vacalebre annuncia che le ragazze proseguiranno: «Lavoriamo per la rinascita di un progetto bellissimo». I Forcato intanto hanno trasferito i libri in un’altra sede, per consentire il cantiere dell’Istituto Vivaldi. «Il Comune si è messo a disposizione per ospitare nelle biblioteche cittadine il patrimonio librario della Biblioteca delle donne», riferisce Santoro. Sandro Forcato, intervistato dalla Rai, ha dichiarato: «Non abbiamo intenzione di mollare». In marzo una petizione per salvare la Biblioteca della donna aveva raccolto centinaia di firme: veniva chiesta al Comune una nuova sede e si segnalava «la cattiva gestione della biblioteca: disordine generale, materiale accatastato ovunque, presenza di materiali di scena».













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