«La burocrazia uccide il turismo»

Marketing, territorio e servizi: il futuro dell’industria delle vacanze in un seminario della Lub a Brunico


di Aldo De Pellegrin


BRUNICO. Il seminario turistico organizzato dal Tourism management club della Lub di Brunico proponeva un titolo volutamente provocatorio: "Le organizzazioni turistiche in un circolo vizioso", un'analisi sullo stato e sulle funzioni attuali delle associazioni turistiche altoatesine. L’appuntamento ha registrato una considerevole partecipazione, anche al di fuori dell'ambiente universitario, costituita in particolare proprio da responsabili e dirigenti della maggiori associazioni turistiche della val Pusteria e della val Badia.

Proprio a loro in particolare, il professor Pietro Beritelli, docente all'università svizzera di San Gallo e che già in passato ha avuto modo di collaborare strettamente con la Lub di Brunico, ha dedicato gran parte della sua relazione, chiedendo e chiedendosi in primo luogo se, nella cerchia alpina, le organizzazioni turistiche ritenute generalmente di grande importanza abbiano in realtà ancora un senso e si trovino davvero al passo con i tempi.

Secondo Beritelli, la gran parte delle associazioni turistiche alpine, oggi come oggi, si trova coinvolta in un circolo vizioso che ne limita o addirittura compromette l'efficacia operativa. Per Beritelli, infatti, la grande massa di operazioni di pura burocrazia, le attività collaterali e le competenze spesso unilaterali e non ben specificate, unite a sensibili problemi di finanziamento e a una "corporate governance" che risulta essere tutt'altro che efficace, generano difficoltà insormontabili che si traducono nell'inefficienza generale del dispositivo.

Se a ciò si aggiungono la necessità, quasi l'obbligo, di cercare di soddisfare le ragioni di ogni socio, siano esse valide o meno, e la moltitudine di compiti collaterali che sostanzialmente non rientrano nelle loro attività istituzionali, il quadro delle difficoltà si completa in modo negativo, con costi che diventano via via sempre più insostenibili.

La soluzione, per un prossimo futuro, dovrà vedere le associazioni turistiche ridefinire con maggiore chiarezza e pertinenza le rispettive competenze, dedicarsi principalmente ai flussi strategici dei visitatori e abbandonare la mera pubblicizzazione delle rispettive destinazioni turistiche nella normale accezione del termine.

Ancora secondo Beritelli, proprio i flussi strategici di visitatori rappresentano il giusto punto di partenza per il marketing di una destinazione turistica, visto che essi stessi generano un meccanismo rinnovabile di richiesta e di prenotazioni che risulta gestibile, indirizzabile e anche rigenerabile per il futuro.

Le organizzazioni turistiche possono continuare a impegnarsi nella creazione di plusvalore turistico per la loro area proprio grazie all'analisi dei flussi strategici di visitatori, seguendone e favorendone gli sviluppi e investendo le risorse disponibili specificatamente in questi settori e in poche altre attività analoghe. Da ricordare inoltre, ha concluso Beritelli, che più e meglio di qualsiasi catalogo, manifesto o film, la miglior forma di pubblicità per una regione sono le esperienze personali raccolte dall'ospite e il suo passaparola.

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