La Cgil: caos Imi sui modelli 730

Nelle dichiarazioni l’Agenzia delle Entrate non ha previsto l’imposta. In difficoltà 180 mila contribuenti


di Davide Pasquali


BOLZANO. Dichiarazione dei redditi 2014, è caos sul modello 730 per i soggetti che possiedono un fabbricato in provincia di Bolzano. Perché? In Italia c’è l’Imu, con prima casa esente. In Alto Adige c’è l’Imi, con prima casa non esente, almeno non sopra una certa soglia, differente da Comune a Comune. Peccato che i modelli 730, che l’Agenzia delle entrate dovrà spedire entro il 15 di aprile, non contemplino proprio la voce Imi. In pratica, 180 mila contribuenti saranno in difficoltà nel compilare la loro dichiarazione dei redditi.

A distanza di circa due mesi dalla pubblicazione delle istruzioni al modello 730, i contribuenti dell’Alto Adige e gli operatori del settore non hanno ancora le specifiche su come trattare gli immobili situati nella nostra provincia. La denuncia parte dal responsabile del Caaf Cgil Marco Pirolo. Dopo aver contattato gli uffici provinciali preposti e l’Agenzia delle Entrate, tramite i referenti nazionali, ancora non gli è stata fornita una risposta.

«Come al solito - commenta Pirolo - un rimbalzo di responsabilità; dalle fonti nazionali ci dicono che la questione è stata posta all’Agenzia che a sua volta l’ha posta al ministero dell’economia e delle finanze, che è il solo soggetto titolato a rispondere. La Provincia è stata interpellata, rispondendoci che avrebbe risolto il problema portandolo a conoscenza dell’amministrazione finanziaria». Il problema, però, ad oggi non è stato ancora risolto. La questione è che nelle istruzioni al modello 730 del 2015 non viene fatto espresso richiamo all’Imi, che è l’imposta municipale in vigore in Alto Adige dal 2014, sostitutiva dell’Imu nazionale che, al contrario, è indicata espressamente nelle istruzioni in sostituzione di Irpef e addizionali. «La nostra posizione è che l’Imi deve configurarsi all’Imu, e quindi equivalere ad essa». Essendo però le leggi di istituzione dell’Imi e dell’Imu di diversa ratio, ad esempio le abitazioni principali ai fini Imu vengono esonerate, mentre per l’Imi sono soggette ad imposta che solo grazie alla detrazione viene azzerata (ma non certo per tutti), e le due imposte non possono quindi essere trattate allo stesso modo, se non attraverso una norma o un provvedimento specifico che può arrivare solo dal livello nazionale.

Una questione che da qui al 15 aprile coinvolgerà più di 180.000 contribuenti e di riflesso gli operatori del settore, che sono, come al solito, «i soggetti presi di mira dai contribuenti per le mancanze, sia del legislatore che delle amministrazioni pubbliche interessate, e che sono quindi sottoposti a grandi tensioni in quanto impossibilitati a dare risposte esaudienti».

Il Caaf della Cgil chiede a questo punto un intervento urgente da parte delle autorità locali nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e/o del Ministero «per evitare ritardi e soprattutto, in un anno già pieno di novità, di confusione, in mancanza di regole certe».

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