La coop non paga gli affitti Sfrattato malato di tumore

La cooperativa «Casa Haus» è attualmente in liquidazione: la disperazione della famiglia costretta a lasciare l’alloggio di via Druso dove vive da quattro anni



BOLZANO. Hanno già messo nei cartoni le loro cose, perché sanno che ormai è questione di giorni: hanno ricevuto lo sfratto e devono andarsene dall’appartamento di via Druso. Hanno bussato a tutte le porte e per ultimo, ieri mattina, sono arrivati da noi, all’Alto Adige, dicendo: «Siete la nostra ultima speranza: chiediamo che qualcuno ci dia una mano a trovare un alloggio. Non vogliamo niente gratis. Pagheremo come abbiamo sempre pagato in questi anni».

Protagonista di questa tristissima storia una famiglia contro cui la sfortuna si è accanita troppo. Sono padre, madre e due figlie di 20 e 13 anni, entrambe studentesse.

La prima batosta è arrivata alcuni anni fa, quando all’uomo che oggi ha 41 anni, è stato diagnosticato un cancro al cervello. Dopo l’intervento sono iniziati i cicli di cure e il medico del paese ha consigliato di trasferirsi dalla Val d’Ega a Bolzano. Anche perché nel frattempo la situazione è peggiorata: ha subìto altre due operazioni e sta facendo attualmente chemioterapia nella speranza di riuscire a fermare la nuova neoplasia. «Una conoscente - racconta la moglie disperata - ci aveva messi in contatto con la cooperativa “Casa Haus” con la quale nel 2012 abbiamo firmato un accordo-contratto per l’affitto di un alloggio in via Druso. Abbiamo pagato regolarmente 750 euro al mese fino ad un anno fa, quando avendo un lavoro stagionale sono stata messa in disoccupazione e a quel punto con la cooperativa abbiamo concordato una riduzione del canone a 550 euro».

La famiglia conserva tutte le ricevute che confermano che i pagamenti sono stati effettuati in modo regolare. «Il problema è che la cooperativa non ha versato alla proprietaria i canoni di maggio, giugno, luglio oltre alle spese condominiali per un totale di 4 mila e 300 euro. La proprietaria ha aperto un contenzioso con la coop, ottenendo dal giudice lo sfratto per morosità. Noi l’abbiamo scoperto all’inizio di dicembre quando ci è arrivata la comunicazione: dovevamo andarcene entro la fine del 2016. Siamo ancora lì, ma ormai è questione di giorni. Non sappiamo dove andare: abbiamo cercato di rivolgersi alla cooperativa Casa Haus con la quale finora non avevamo mai avuto problemi, ma non esiste più».

A spiegare cos’è successo è Stefano Ruele, direttore di Legacoop alla quale faceva capo Casa Haus: «Per 25 anni ha operato nel sociale, facendo da intermediario tra i proprietari degli alloggi e famiglie in difficoltà, che difficilmente da sole sarebbero riuscite a trovare una casa. Poi ci sono stati dei problemi e attualmente la cooperativa è in liquidazione amministrativa coatta. Da quanto mi risulta c’è almeno un’altra famiglia con lo sfratto esecutivo. Altre hanno ottenuto l’alloggio dell’Ipes, oppure i proprietari degli appartamenti hanno accettato di fare un nuovo contratto di locazione con “Casa Mia”, subentrata a Casa Haus. In questo caso invece la proprietaria non vuol più saperne. Conosciamo perfettamente il dramma che sta vivendo la famiglia e ci stiamo dando da fare per trovare una sistemazione, ma non è facile».

I timori dei proprietari degli alloggi sono più che comprensibili, la speranza è che - come auspicato nell’ottobre dello scorso anno in una nota della Provincia - Ipes, Ripartizione servizi sociali e Assb trovino una soluzione che tuteli da una parte le persone che erano in affitto negli appartamenti gestiti da “Casa Haus” e dall’altra i proprietari degli alloggi. (a.m)













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