PARI OPPORTUNITà 

«La crisi innescata dal Covid-19 evidenzia il ruolo fondamentale delle donne nella società»

«Tutto ciò che la Commissione per le pari opportunità per le donne esige già da anni diventa più urgente nella corona-crisi. Poiché le crisi rafforzano le disparità». Lo afferma in una nota la...



«Tutto ciò che la Commissione per le pari opportunità per le donne esige già da anni diventa più urgente nella corona-crisi. Poiché le crisi rafforzano le disparità». Lo afferma in una nota la presidente della commissione pari opportunità Ulrike Oberhammer. «Sono soprattutto le donne - si legge in una nota - che mantengono in vita la nostra società in questa crisi, in quanto esse lavorano in gran parte nei mestieri di rilevanza sistematica, sia come mediche, infermiere, in case di riposo, sia come cassiere o nella cura dei figli a casa. Ciò anche rischiando di contagiare se stesse. La corona-crisi richiede più assistenza agli uomini. Per i malati, per i deboli, per i figli. Il lavoro è però perlopiù sottopagato, spesso non pagato, apparentemente invisibile. Quasi sempre si tratta di lavoro femminile. Ciò è una conseguenza dello spregio sociale del lavoro di cura come attività tipicamente femminile. Quello che nella famiglia viene prestato gratuitamente, non consegue neanche sul mercato del lavoro un valore economico adeguato. Tuttavia, il lavoro di assistenza è fondamentale per la nostra economia e il nostro benessere. Le prestazioni lavorative delle donne non costituiscono solo a partire dalla crisi la spina dorsale del nostro sistema. Il lavoro di cura professionale deve essere valorizzato tramite stipendi adeguati ed equi e le condizioni lavorative delle lavoratrici devono essere migliorate. Richieste, che la Commissione per le pari opportunità per le donne sta facendo già da tanti anni. I pacchetti d’aiuto, che vengono stanziati per mitigare la crisi incombente, devono anche condurre a condizioni migliori ed un aumento degli stipendi per le lavoratrici di rilevanza sistematica. Attualmente, a casa le donne si trovano davanti a sfide difficili da gestire. Tante donne lavorano a tempo parziale, in settori informali o in altri modi precari e quindi in periodi di crisi sono a malapena protette. Per far sì che non soffrano soprattutto le donne delle conseguenze economiche negative della pandemia si rivela tanto più importante che le misure non focalizzino solo lavori tipicamente maschili, quali ad esempio quelli nel settore dell’industria, ma che vengano considerati in pari modo le forme e i rapporti occupazionali delle donne. Occorre altresì prendere in considerazione nuove forme della cura dei bambini, come ad esempio la riduzione del numero dei bambini, di cui si compone un gruppo negli asili, e l’apertura degli asili durante l’estate o anche l’aumento del congedo parentale se entrambi i genitori si prendono nella stessa misura cura dei loro figli. Altrimenti vi è il pericolo che le donne debbano rimanere a casa, rischiando col tempo di perdere il lavoro. Tante donne temono già adesso per la propria sopravvivenza e il sostentamento della loro famiglia».















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