il femminicidio

La denuncia delle “Donne contro la violenza”: «Sigrid uccisa a 500 metri dal centro di ascolto»

L’associazione: «L'amarezza che proviamo oggi ci spinge a moltiplicare gli sforzi»

L'AUTOPSIA. Massacrata con calci e pugni

IL SOSPETTO DI FEMMINICIDIO. Morta in ospedale poco dopo il ricovero: sul corpo gravi lesioni

LE PRIME PAROLE. Gruber disse che la donna era caduta dalle scale



BOLZANO. "E così, quello che non avremmo mai voluto ammettere, ma che abbiamo pensato dal primo momento in cui domenica è circolata in città la notizia, è divenuto oggi realtà con le informazioni seguite all'autopsia di Sigrid Gröber: ennesimo femminicidio in Alto Adige, di nuovo a Merano, a 500 metri dal centro antiviolenza", così l'associazione "Donne contro la violenza - Frauen gegen Gewalt", le cui socie esprimono "profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia e a chiunque volesse bene a Sigrid". "Un'aggressione violenta fatta di calci e pugni per poi essere lasciata morire al freddo dal suo compagno, Alexander Gruber", si legge nella nota.

"Ci sono giorni in cui compiere il nostro lavoro, ascoltare le donne, accompagnarle nel loro percorso di uscita dalla violenza diventa difficile. Ogni tre giorni una donna viene uccisa dal partner, dall'uomo che diceva di amarla e di cui si fidava, ma poi succede di nuovo e ci chiediamo se stiamo facendo abbastanza. Restiamo convinte dell'importanza della presenza sul territorio del Centro antiviolenza e di una rete cittadina forte e attiva, come la Rete contro la violenza sulle donne città di Merano. Possiamo fare la differenza per le donne e i loro figli e figlie dando loro sostegno e protezione e continuare a seguire l'impegno per una cultura non violenta, nella quale nessun partner, marito, ex-partner, ex-marito…. si senta autorizzato e giustificato a poter usare qualsiasi forma di violenza fino ad arrivare a togliere la vita alla donna. Ma la violenza maschile alle donne resta un fatto culturale ed endemico della nostra società. Per cui soffermarci sulla vita della vittima, con voyeurismo e giudizio implicito, come abbiamo letto anche questa volta, non ci interessa perché non cambia la gravità dell'azione di Alexander Gruber ma sembra volerlo giustificare. L'amarezza che proviamo oggi ci spinge a moltiplicare gli sforzi per un cambiamento desiderato e crediamo possibile", concludono le "Donne contro la violenza - Frauen gegen Gewalt".













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