LA GUERRA DEI NOMIDurnwalder va da Napolitano "Serve un compromesso"

"Andrò a parlarne con il presidente della Repubblica", dice il Landeshauptmann, che rilancia sulla proposta di legge Svp in consiglio provinciale. "Serve la buona volontà di tutti per trovare un compromesso ragionevole. La sede può essere il consiglio provinciale"


Maurizio Dallago


BOLZANO. Luis Durnwalder vuole portare il tema della toponomastica all’attenzione del Capo dello Stato. «Andrò a parlarne con il presidente della Repubblica», dice il Landeshauptmann, che rilancia sulla proposta di legge Svp in consiglio provinciale.
Presidente, questa mattina (ieri, ndr) ha incontrato i vertici dell’Avs. Ci sono novità?
«Già da 2 mesi l’associazione ha deliberato di sostituire man mano i cartelli e di predisporre in forma bilingue quelli ancora da installare. Mi è stato ribadito che non hanno utilizzato neppure un euro di denaro pubblico».
Le è già stata recapitata la comunicazione del governo sul termine dei 60 giorni per procedere alla rimozione dei circa 36 mila cartelli nella sola lingua tedesca?
«Sì, l’ho ricevuta e ne discuteremo lunedì mattina (domani, ndr) in giunta provinciale, dobbiamo verificare la possibilità del ricorso. Il ministro cita problemi di sicurezza con la toponomastica monolingue, ma sbaglia a rivolgersi alla Provincia: non abbiamo messo noi i cartelli contestati».
La volontà della Provincia è quella di andare allo scontro oppure di riaprire il tavolo delle trattative?
«Serve la buona volontà di tutti per trovare un compromesso ragionevole. La sede può essere il consiglio provinciale. A tale riguardo la settimana scorsa la Svp ha approvato la proposta di legge sulla toponomastica».
È lo stesso testo della passata legislatura?
«Ci sono alcune variazioni. In pratica tratta della procedura per giungere alla soluzione del problema. Unici toponimi bilingui fissati sono quelli di Comuni e frazioni come previsto da leggi regionali. Poi su tutti gli altri nomi la decisione verrebbe demandata ad una commissione, anche se io avrei preferito il metodo del sondaggio su base comunale».
Quali sono i motivi per cui ha deciso di bloccare l’intesa con il governo, quando sembrava alla portata di mano?
«Perché alla fine nel testo dell’accordo erano stati inseriti alcuni punti che non potevo proprio avallare».
Li può elencare?
«Innanzitutto rimuovere tutti i cartelli, come se fosse la Provincia la responsabile materiale di questi segnali, quando invece l’amministrazione provinciale ha messo tutto in due lingue nei luoghi che le competono, come nei parchi. E poi si vogliono tradurre tutti i toponimi. E politicamente per me sarebbe un suicidio».
Teme che il suo elettorato vada ulteriormente a destra?
«Certo, non voglio regalare voti alla destra. Con la mia proposta cerco un equilibrio e per questo ci sarà sempre qualcuno scontento, sia nel mondo tedesco che in quello italiano. Klausen si chiama anche Chiusa ma il “Radlsee” sopra Velturno lasciamolo solo in tedesco. In questa materia sono pienamente d’accordo con il procuratore Rispoli: servono buon senso e nervi saldi».
Come giudica le affermazioni del ministro Frattini nei suoi confronti?
«Lui vuole solo polemizzare, Frattini ed il governo avrebbero delle cose più importanti da fare per migliorare l’immagine dell’Italia e risolvere i problemi dell’economia. Se il governo andrà avanti con una dimostrazione di potere contro la volontà della popolazione, questa cosa non sarà digerita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità